sabato 21 dicembre 2013

lunedì 8 luglio 2013

A tutto Slow! Alto Adige

Arriviamo che non sono neppure le dieci di mattina alla Cantina Terlano o Kellerei Terlan (chiocciola Slow Wine), perché qui siamo in Italia ma si parla tedesco. Entriamo nell’attrezzatissimo Wine Shop e aspettiamo l’arrivo di Klaus Andergassen, direttore generale.
Con estrema professionalità, Klaus ci racconta molto bene come funziona una cooperativa come quella di Terlano: il rapporto con i viticoltori, piccoli e numerosi, il ruolo dell’agronomo, l’importanza delle attività nel vigneto, la formazione, la miriade di vitigni altoatesini coltivati e vinificati. Prima di entrare in cantina ci soffermiamo a lungo con Klaus di fronte ad un bellissimo vigneto ai piedi delle montagne, lo tormentiamo di domande sulle pratiche agricole e sul rapporto con i viticoltori (soprattutto con quelli più piccoli che hanno pochi metri di vigna coltivata per passione), tanto ormai si sa quanto siamo fissati noi di Slow Food su questo! Il povero Klaus ci risponde con molta pazienza e minuzia di dettagli, anche per una cantina come la loro negli anni si è accentuata la vitale importanza delle pratiche vitivinicole che mirano sempre più ad essere attente e sostenibili.

4Finalmente entriamo in cantina, prima nella partestorica e poi in quella nuova. Kellerei Terlan nasce nel 1893 e da sempre punta su una produzione che miri alla valorizzazione territoriale dei vigneti altoatesini. Affascinante la parte più antica e molto bella quella nuova studiata in chiave moderna con una stupenda barricaia molto ben congegnata. Ci siamo soffermati su un dettaglio della parte nuova della cantina che punta a ricreare l’effetto della stratificazione della radice della vigna nel suolo visibile da uno spazio aperto nel muro. Ovviamente si tratta della creazione di un’artista, ma l’effetto è di grossa suggestione.
Nella parte antica della cantina, la componente più franciacortina del gruppo si è soffermata su alcuni acciai storici di forma e dimensione molto originale. Si tratta di contenitori utilizzati in passato per prove di spumantizzazione. Contenitori che vengono tutt’ora utilizzati per la conservazione di annate diverse, ritenute le migliori, atte a divenire “Rarità” (ogni contenitore può riempire solo 3333 bottiglie) e non più reperibili dello stesso spessore e qualità. Questa’anno da uno di questi è uscito il meraviglioso Chardonnay 2000 Rarità.

Dopo aver risposto alla miriade di domande del gruppo, Klaus ci porta in sala degustazione.
Iniziamo con Il Terlaner 2012. Vino “base” dell’azienda che compie 120 anni, come riportato in etichetta, di bella freschezza e sapidità. Passiamo poi a una inaspettata verticale di Pinot Bianco Vorberg. Vorberg significa “davanti al monte” e indica per la Cantina Terlano un vino molto importante realizzato con il pinot bianco che proviene dai vigneti tutti sulle pendici del monte Tschoggel a una altezza variabile tra i 470 e gli 870 metri, da cui anche il nome della zona di Vorberg appunto.
Iniziamo con il 2010, annata ora in commercio acidità in evidenza con un buon frutto. Passiamo al 2008, inizia aemergere la cremosità e la pienezza di questo vino. Si procede con il 2006 dove cremosità e pienezza sono più marcati, frutto in evidenza sempre fresco. Finiamo con il 1996: cremoso, succoso, pieno, frutto ben marcato con una leggera nota ossidativa, ma capace di conservare ancora un buona freschezza.

E per finire in bellezza dal caveau dalla cantina storica: un Terlaner 1982!!! Un vino che è davvero “mostruoso”, pieno, cremoso, un grande frutto e con ancora una fantastica freschezza.
Estremamente appagati salutiamo e ringraziamo Klaus e Cantina Terlano, non prima di aver strisciato un po’ di credit cards al Wine Shop. Carichi riprendiamo il giro.

2Next Stop: Cantina Erste+Neue con quasi un’ora di ritardo e la ferma convinzione di non essere accolti: figuriamoci proprio in Alto Adige se ti presenti un’ora dopo ti fanno entrare. Invece no, ci aspetta Christoph Fischer, un giovane enotecnico da sempre impegnato in cantina a Erste+Neue e da poco responsabile vendite. Ci accoglie con un sorriso e dice che non importa e ha tutto il tempo di cui abbiamo bisogno.
Visitiamo prima Erste e poi Neue, due edifici separati, il primo più datato ed il secondo estremamente moderno e bello. Molto particolare e artistica l’area delle cantina Puntay dipinta dall’artista nonché socio della cooperativa.
Erste+Neue erano in passato due cantine separate ora unificate in un’unica Cooperativa. La gestione dei vigneti viene fatta tramite la miriade di piccoli viticoltori che li gestiscono, anche in questo caso esiste un agronomo che segue le attività di vigneto, gli incontri di formazione sono molto frequenti.

Passiamo poi alla degustazione, undici vini diversi della linea Classic, Cru e Puntay. Partiamo con Prunar-Pinot bianco 2012 fruttato, minerale, fresco. Passiamo al Grauer-Pinot grigio 2012 succoso e salino, poi al Rifall-Riesling 2012 fruttato, fresco; Stern-Sauvignon 2012 semplice, sapido; Puntay-Sauvignon 2011 tipico, fruttato, rotondo, sapido; Leuchtenburg Lago di Caldaro Superiore 2012 vinoso; Puntay Lago di Caldaro Superiore 2012 vinoso, incisivo; Mezzan-Pinot nero 2010 fruttato, morbido, elegante; Puntay-Lagrein riserva 2011 profondo, tondo, austero; Puntay-Cabernet Sauvignon 2011 scuro, balsamico, tondo e finiamo in dolcezza con Anthos Bianco passito 2010 affascinante, delicato, elegante.
La lunga degustazione, un salto al Wine Shop e i saluti a Christoph ci ha ovviamente portato a sforare ogni limite di tempo massimo ed in sostanza manca meno di un’ora all’appuntamento con l’ultima cantina, quindi byebye osteria slow…

3
Ci accontentiamo di un panino nel prato di fronte al Lago di Caldaro, che sorpresa sorpresa ha un colore spettacolare ed è balneabile. Dopo la pausa, da bravi enoturisti Slow, anche se qualcuno di noi preferiva un bel bagno, ci rimettiamo in carreggiata e arriviamo all’ultima cantina, la più alternativa della giornata; Manincor!

Manincor, altra chiocciola Slow Wine, è una tra le migliori aziende biodinamiche (certificata Demeter) e questo grazie a Helmut Zozin che la dirige dal 2008 con passione e sensibilità. Ci accolgono nel bellissimo Wine Shop Klaus e Sibylle ci spiegano la filosofia dell’azienda e ci illustrano la disposizione del vigneti. Poi veniamo guidati in una visita alla bellissima e nuovissima cantina su più livelli con sistema a caduta senza l’uso di pompe e della barricaia con tanto di sottofondo di canti gregoriani. Un giro per i vigneti dell’azienda, che come spigato da Klaus, vengono coltivati seguendo le fasi lunari e utilizzando infusi di camomilla e ortica, diserbati e concimati naturalmente da un gregge di pecore sempre presente in azienda.
 Rientriamo nel Wine Shop e degustiamo: Moscato Giallo 2012 fruttato, intenso e sapido; Rèserve della Contessa 2012, avvolgente ed elegante; Eichhorn-Pinot bianco 2012, fruttato e minerale; Sophie 2012, avvolgente e corposo; Tannenberg-Sauvignon 2012, delicato; Mason- Pinot nero 2011, fruttato, fine, consistente e il delicatissimo Le Petit-Petit Manseng 2011, elegante e complesso.
E dopo un’altra bella e appagante degustazione salutiamo e ringraziamo Klaus e Sibylle certi che torneremo per una visita più approfondita.

Ci rimettiamo in carreggiata on the way back home, sullo sfondo l’azzurro del Lago di Caldaro circondato dal verde delle montagne alberate e dei vigneti pettinati in maniera ordinata e armonica come del resto tutto in Alto Adige.

Una giornata davvero piacevole questa in Alto Adige, alla scoperta di un’Italia vitivinicola ricca di numerosissime varietà autoctone, di una miriade di piccoli viticoltori e dalla realtà delle cooperative agricole, sempre più coscienti quest’ultime del ruolo della terra e del suo rapporto quotidiano con l’uomo.

Paolo Ricci – Collaboratore Slow Wine-Slow Food Brescia
Michela Muratori – Slow Food Franciacorta
Jessica Vezzoli e Mauro Barcella

sabato 18 maggio 2013

Ode al "vino di una notte".Torna a Moniga "Italia in Rosa"

 
La più importante vetrina dedicata ai rosé d’Italia e del mondo si prepara a tornare in scena ad inizio giugno, l'8 e il 9, a Moniga del Garda (Bs), Città del Chiaretto.

Molte le novità in programma per un’edizione a vocazione sempre più internazionale che arriva dopo il grande successo riscosso nel 2012, ad inizio giugno in Valtènesi si rinnoverà l’ormai classico appuntamento di fine primavera con Italia in Rosa.

La vetrina dei vini rosé si prepara infatti a tornare in scena con una sesta edizione all’insegna delle novità, in calendario per sabato 8 e domenica 9 giugno 2013.

La cornice sarà sempre quella di Moniga del Garda, sulla riviera bresciana del lago di Garda, che tornerà ad aprire i suggestivi giardini della seicentesca Villa Bertanzi. Lo storico luogo dove oltre un secolo fa il senatore veneziano Pompeo Molmenti codificò il procedimento produttivo del Valtènesi Chiaretto Doc, il grande rosé del territorio.

Il Chiaretto è il primo frutto della vendemmia bresciana e lombarda a giungere ogni anno sul mercato fin da febbraio, ancora nel pieno dei rigori invernali.

Un vino che da oltre un secolo anticipa la primavera sulle tavole dei bresciani, e che rappresenta una delle esclusive enologiche dell'area produttiva della Doc Garda Classico.

Considerata ormai come la più importante manifestazione nazionale dedicata in modo esclusivo ai rosati, Italia in Rosa torna quest’anno all’insegna di una formula rinnovata in nome di un più elevato profilo qualitativo.

Verrà ad esempio ridimensionato il parterre di cantine partecipanti ad un numero limitato di 80 insegne, che verranno selezionate da un panel di esperti attraverso un’apposita degustazione preventiva.

Da quest’anno inoltre i produttori potranno presenziare alla manifestazione per presentare i propri vini direttamente ai visitatori.

Confermata per il resto l’impostazione della due giorni, che oltre alle tradizionali attività di degustazione prevede come sempre momenti particolarmente qualificati di approfondimento tecnico come il convegno “Tutte le sfumature del rosa”, che si terrà sabato 8 alla presenza di importanti relatori internazionali.

Come nasce il Chiaretto
Il Chiaretto Garda Classico Doc nasce da quattro uve rosse, con in primo piano l'autoctono Groppello, una vera rarità enologica presente ormai solo sulla riva bresciana del Garda. Vi si aggiungono, secondo tradizione, piccole quantità di Barbera, Marzemino e Sangiovese.

Viene sottoposto ad un metodo di lavorazione molto singolare, che consiste nel mantenere le bucce a contatto con il mosto in fermentazione per una durata limitata di tempo: non per niente un gruppo di produttori lo definisce in etichetta come "Il vino di una notte".
 

mercoledì 17 aprile 2013

Summa 13: un racconto


summa13 cortile
Sabato 6 aprile, io e Michela Muratori ci siamo alzati di buon mattino e siamo partiti in direzione Casòn Hirschprunn a Magrè, Alto Adige. Un grosso sacrificio perché significa rinunciare all’ultimo giorno di riposo prima di un altro tostissimo Vinitaly, ma ci sta, la passione per il vino significa anche questo. Avevamo spesso sentito parlare di Summa di Alois Lageder e la curiosità ci ha spinti fino a un bellissimo borgo altoatesino, che si trova lungo un’altrettanto affascinante Strada del Vino.
Andare in Alto Adige è sempre una bellissima esperienza, quando poi si arriva a Magrè la tranquillità e compostezza del luogo ci danno l’impressione di essere in un mondo quasi parallelo. Per una giornata ci dimentichiamo della crisi e della pioggia (c’è il sole evviva!!). Parcheggiamo tra le villette colorate e ci incamminiamo a piedi seguendo la folla di persone che si dirige verso l’ingresso della Villa dove ha luogo la degustazione. Ci accreditiamo all’ingresso con calma e ci portiamo al desk informazione per capire meglio l’organizzazione della giornata.
summa13 Cantina Alois Lageder - Barrique
53 cantine in degustazione, 22 le italiane e 31 quelle dal resto del mondo. Gli stranieri sono disposti in ordinati banchi d’assaggio nelle sale affrescate del Palazzo, mentre gli italiani sono nel suggestivo granaio. È curioso notare però come i due Champagne presenti (Encry e Pol Roger) siano posizionati insieme agli italiani mentre le tre cantine del Sudtirol/Alto Adige sono nel Palazzo insieme agli stranieri.
Oltre ai banchi d’assaggio troviamo in degustazione diversi prodotti alimentari, come raffinatissimi speck, formaggi, oli e pani di vario genere. Non mancano

seminari sulla biodinamica (l’inclinazione di Alois Lageder è evidente), degustazioni interessantissime oltre a visite guidate alla vicina Cantina Lageder e ai giardini della Villa. Dalle 12 alle 16 nel giardino della Villa sono posizionati degli eleganti gazebo con piatti preparati da quotati chef, tutto incluso nell’ingresso di 20 euro (ovviamente previa accettazione dell’iscrizione online che è riservata a operatori del settore). La gente è tanta ma, una volta fatta la fila per avere il piatto, il posto a sedere si trova sempre, o ai tavoloni rotondi insieme ad altri “compagni” di degustazioni, o attorno alla fontanella da cui è possibile bere l’acqua surgiva servita in brocche di vetro ed eleganti bicchieri.
summa13 mele fritteDegustiamo con piacere i vini di Lageder (Linee Alois e Tenutae) tutti molto corretti, passiamo poi a dei Riesling dalla Germania ( Georg Breuer, Kunstler, Dr. Burkiln- Wolf) caratterizzati da un buon equilibrio tra acidità e dolcezza, e quindi a un blend (Malvasia Fina, Viosinho e Moscatello Galego) di varietà autoctone del produttore Portoghese Symington, che ci ha favorevolmente stupito e intrigato. Ci spostiamo nella sala degli italiani dove proviamo gli Champagne (Pol Roger e Encry) minerali e gessosi, il Barolo di Giacosa, territoriale, complesso, strutturato e davvero trascinante e i vini dell’unica azienda campana presente alla degustazione (A Casa) freschi e rotondi.
Dopo la degustazione ci accreditiamo per la visita guidata in cantina durante la quale ci viene raccontata la filosofia di un’azienda che produce 1,6 milioni di bottiglie e che da molto investe nell’approccio biodinamico alla viticoltura. In effetti da tutta la parte di vigneti gestiti direttamente da Lageder nascono vini da viticoltura biodinamica, mentre non lo sono quelli che provengono da uve acquistate dai conferitori altoatesini per i quali gestire la vigna in biodinamica, sarebbe economicamente non sostenibile, oltre che impossibile data la dimensione estremamente piccola degli appezzamenti di vigneto coltivati da ciascuno.
Visitando la cantina, disposta su più livelli, di cui il più basso a meno 17 metri con la sala presse, si respira una delle altre passioni di Alois Lageder: istallazioni di opere d’arte contemporanea sono distribuite in tutta la cantina. In ogni piano una formella riproduce un pezzo della costellazione celeste. Questo, secondo il proprietario, in biodinamica dovrebbe generare un campo magnetico per migliorare le qualità del vino. In una delle barricaie poi uno spettacolo di luci, suoni (musiche di Bach sintetizzate) e immagini dei lieviti al microscopio sulle pareti, questo per “coccolare” il vino, lascia il visitatore senza fiato.
summa13 amici
Pannelli fotovoltaici, uso del legno, gestione degli spazi, tutto è pensato nell’ottica della sostenibilità e del rispetto ambientale.
Dopo questa bella visita, ci ristoriamo con fantastici canederli in brodo, coregone alla piastra con asparagi bianchi di Terlano, mele fritte con zucchero e cannella e salutiamo questo bellissimo luogo per rientrare a casa.

Non poteva poi mancare l’aspetto sociale: parte del ricavato è devoluto all’organizzazione onlus Aiutare Senza Confini.


Paolo Ricci – Collaboratore Slow Wine

venerdì 15 marzo 2013

Torna la guida al Vino Quotidiano di Slow Food. La presentazione ufficiale al Vinitaly

Dopo tre anni ritorna la Guida al Vino Quotidiano di Slow Food.

Il lancio avverrà durante la prima giornata del Vinitaly, giorno 7 aprile nella sala Vivaldi. Sono 365 vini in tutto quelli selezionati e recensiti nella pubblicazione curata da Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni. Un vademecum ristretto nei contenuti rispetto alle edizioni precedenti ma di più facile consultazione. Propone praticamente un vino al giorno che non supera le 10 euro allo scaffale.
Le regioni più rappresentate sono il Piemonte e la Toscana con una buona presenza di vini del sud, della Puglia, della Campania e della Sicilia, ci anticipa Gariglio. In prevalenza la guida raccoglie i bianchi, la tipologia più accessibile. Ma sono aumentate anche le schede dei rosati. E’ dedicata agli appassionati del vino e ai wine lover neofiti. Il criterio di selezione, spiega Gariglio, è sempre quello che sta alla base della filosofia di Slow Food “il buono, il giusto e il pulito”. L’attenzione maggiore è stata data alle etichette che esprimono meglio il territorio e ottenuti da una maggiore cura agronomica, protagonisti i vitigni autoctoni. Anche i vini naturali hanno ricevuto un'attenzione particolare dai curatori. “Vogliamo dimostrare che sono a portata di portafogli i vini di questa nicchia e quindi che non sono necessariamente più costosi rispetto alla media”, precisa Grariglio.

La guida non è un'alternativa a quella di Slow Wine e non vuole essere meno autorevole. Ha solo un target diverso. Quello dei più giovani, fascia che oramai, come ci dicono le statistiche, si va allargando grazie alla diffusione di un bere più critico. “Vogliamo semplicemente consigliare quei vini di alta qualità, di territorio, che si possono acquistare senza svenarsi”, conclude Gariglio.

lunedì 28 gennaio 2013

Cantina Terlano Lagrein dell'Alto Adige Riserva Gries 2009

Informazioni generali: la Cantina Produttori Terlano, fondata nel 1893, rappresenta una delle maggiori e più importanti realtà produttive nel panorama enolologico dell'Alto Adige. Situata alle pendici del monte Tschöggel, in una zona particolarmente vocata per la coltivazione della vite, la Cantina conta oggi oltre 100 associati, il cui lavoro individuale è costantemente volto alla ricerca della massima qualità produttiva delle uve da conferire, uve che andranno a comporre i grandi vini bianchi e rossi di Terlano.

Zona di produzione: vigneto Gries, ad una altitudine di 250 metri s.l.m., in Provincia di Bolzano (BZ).
 
Uve utilizzate: Lagrein 100%.

 Vinificazione: la vendemmia avviene manualmente in cassette selezionando i grappoli migliori e perfettamente maturi. Le uve sono trasportate alle cantine aziendali e sottoposte a diraspapigiatura, con successiva macerazione del mosto a contatto con le bucce in vasche di acciaio inox termoregolate, con frequenti rimontaggi. Al termine della fermentazione alcolica, il vino viene collocato per il 70% in botti grandi di rovere e per il restante 30% in barriques di rovere. Qui svolge la fermentazione malolattica ed il seguente affinamento.
 
Maturazione / Affinamento: 18 mesi, parte in botti grandi e parte in barriques di rovere.

Caratteristiche del vino: all'esame visivo si presenta limpido, con un colore rosso rubino intenso, consistente. Al naso è intenso, complesso, fine, con note floreali di viola appassita; fruttate di piccoli frutti rossi e neri molto maturi e in confettura, visciola, mora, mirtilli e prugna; speziate di vaniglia e leggera cannella; sentori di cioccolato fondente, di tostatura e di tabacco; sfumature vegetali di erbe aromatiche ed eteree. In bocca è secco, caldo, abbastanza morbido, abbastanza fresco, con un tannino ben percettibile ma levigato ed una adeguata vena sapida. Di corpo, intenso e con una discreta persistenza gustativa.

Accostamenti gastronomici: carni rosse arrosto, filetto di cervo con salsa ai mirtilli, formaggi di media stagionatura.

Titolo alcolometrico: 13% vol.
Temperatura di servizio: 18-20 °C.


Prezzo indicativo in enoteca: 18,00 €

Azienda produttrice:
Cantina Terlano - Via Silberleiten, 7 - 39018 - Terlano (BZ)
Tel: 0471257135 - Fax: 0471256224 - Sito internet: www.kellerei-terlan.com - Email: office@cantina-terlano.com

mercoledì 16 gennaio 2013

Torna Terre di Toscana. Il 3 e 4 Marzo la 6a edizione


Torna il 3 e 4 Marzo 2013, per il sesto anno consecutivo, Terre di Toscana, tra le kermesse più attese dagli appassionati dei grandi vini di qualità. 130 protagonisti di uno dei “vigneti” più importanti d'Italia e del mondo: la Toscana

Le oltre 600 etichette in degustazione ai banchi di assaggio, presieduti dai vignaioli, forniranno uno spaccato fedele sia dei territori più tradizionali come il Chianti Classico, Montalcino, Montepulciano e San Gimignano, sia di quelli di fama più recente e ormai consolidata come Bolgheri e la Maremma, sia di quelli emergenti o tutti da scoprire come Montecucco, Val di Cornia, Cortona, Pisa, Lucca, Massa. Il parterre dei produttori si rinnoverà, rispetto alla scorsa edizione, per un quarto così da offrire ai visitatori nuovi stimoli e suggerire ulteriori percorsi anche ai fan più fedeli della manifestazione.

Il contesto sarà ancora una volta quello elegante e solare dell'UNA Hotel Versilia, sul lungomare di Lido di Camaiore (Lu), che ospiterà, oltre ai vignaioli, noti artigiani del gusto, degustazioni tematiche e performance di chef famosi ed emergenti di quella regione. Terre di Toscana 2013 sarà, come da copione, una intensissima ed emozionante “due giorni” in cui esplorare, approfondire. conoscere storie, persone, vini e territori.

Terre di Toscana, inoltre, offrirà a giornalisti, operatori del settore e buyer la possibilità di rintracciare novità o conferme e di farsi una idea circa lo “stato dell'arte” e le tendenze della vitivinicoltura. Che in Italia, ed in Toscana in particolare, sono in continua evoluzione grazie alla costante ricerca di nuove frontiere dell'eccellenza. Terre di Toscana è un evento ideato ed organizzato dalla squadra di Acquabuona.it, testata on-line che dal 1999 racconta -credendoci- l'enogastronomia e l'agroalimentare del nostro Paese.