sabato 18 settembre 2010

Ambasciatore italiano dello Champagne 2010. E' Italiano.

Il wine consultant di Milano ha proposto alla giuria la migliore “lezione sullo Champagne”, garantendosi la vittoria sugli altri due finalisti. si contenderà il titolo europeo di “Ambasciatore dello Champagne 2010” con altri 7 finalisti che si riuniranno per la finale a Epernay, in Champagne.



È Marco Chiesa (nella foto, a sinistra) ad aggiudicarsi la finale italiana concorso europeo “Ambasciatori dello Champagne 2010”, istituito dal Civc (Comité interprofessionnel du vin de Champagne) con l’obiettivo di premiare i professionisti del vino attivi nella formazione. Marco Chiesa, wine consultant di Milano, ha proposto alla giuria la migliore “lezione sullo Champagne”, garantendosi la vittoria sugli altri due finalisti, il fiorentino Andrea Gori e il bresciano Nicola Bonera. Nella prova finale ai candidati è stato richiesto di condurre la degustazione di quattro cuvée e di approfondire il tema “La diversità dello Champagne”, filo conduttore dell’edizione di quest’anno.

La giuria era composta da Egidio Fusco, membro dell’Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori vino) Lombardia, Davide Oltolini, giornalista e critico enogastronomico, Marco Anichini, Ambasciatore dello Champagne 2009, Daniel Lorson (nella foto, a destra), direttore della comunicazione del Civc, e Domenico Avolio, direttore del Centro informazioni Champagne in Italia.

Marco Chiesa si contenderà il titolo europeo di “Ambasciatore dello Champagne 2010” con altri 7 finalisti che si riuniranno per la finale europea a Epernay, in Champagne, dal 25 al 29 ottobre. Il Civc ha infatti lanciato il concorso in otto paesi europei (oltre all’Italia sono coinvolti Francia, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Olanda e Svizzera), per consolidare il proprio rapporto con i professionisti dello Champagne e riconoscere l’alto valore pedagogico del loro lavoro.

Il Centro informazioni Champagne rappresenta in Italia il Civc (Comité interprofessionnel du vin de Champagne), con sede a Epernay. Il Civc riunisce e rappresenta tutte le maison e i viticoltori della Champagne. La missione fondamentale del Centro informazioni Champagne è incentrata soprattutto sulla promozione e protezione della denominazione Champagne sul mercato italiano.

sabato 11 settembre 2010

Champagne, al via la vendemmia.


La vendemmia ha avuto inizio il 10 settembre in alcune zone, mentre i settori più tardivi il 23. I parametri preannunciano una vendemmia di qualità. I viticoltori e le maison hanno raggiunto l’accordo per una resa disponibile di 10.500 kg per ettaro e per una resa massima autorizzata di 12mila kg.

Come ogni anno gli Champenois hanno fissato le date per la raccolta per ciascun vitigno e per ognuno dei 319 cru della denominazione Champagne. La vendemmia ha avuto inizio il 10 settembre in alcune zone, mentre i settori più tardivi dovranno attendere fino al 23 settembre.

Il 2010 ha avuto inizio con qualche gelata e lo sviluppo delle gemme è stato un po’ tardivo rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Il tempo, eccezionalmente bello e caldo di luglio ha permesso ai vigneti di recuperare rapidamente senza che il clima incerto di agosto frenasse la maturazione. Le piogge di fine agosto hanno favorito lo sviluppo dei grappoli e hanno apportato la necessaria umidità al suolo. I parametri analitici preannunciano una vendemmia di qualità.

I viticoltori e le maison hanno raggiunto l’accordo per una resa disponibile di 10.500 kg per ettaro e per una resa massima autorizzata di 12.000 kg per ettaro. L’obiettivo è di sostenere la ripresa delle esportazioni che fanno registrare una crescita del 16% sui primi sette mesi dell’anno.

lunedì 6 settembre 2010

Slow Wine, la guida ai vini di Slow Food

Slow Wine è la guida ai vini italiani di Slow Food in uscita ad ottobre. Scaturisce dal nuovo approccio, grazie al quale il vino è diventato veicolo per descrivere il territorio. Infatti la vera svolta che c’è dietro alla guida sono le 2mila visite in cantina con più di 150 collaboratori coinvolti


Slow Wine è la nuova guida ai vini italiani di Slow Food che uscirà in ottobre. «Questa guida è figlia dei numerosi stimoli che continuamente ci giungono dagli amanti del vino della nostra rete associativa: l’enologia è sempre presente nel pensiero e nelle iniziative Slow Food. Voglio perciò sottolineare che questa pubblicazione è solo una parte del nostro impegno dedicato alla vitivinicoltura. Abbiamo infatti altre iniziative editoriali, i Master of Food, il sito slowine.it, ripartiranno i Presìdi del vino, il vino è protagonista in tutti gli eventi dell’associazione… La guida è un progetto che nasce con molte nuove idee e il contributo di molte nuove persone» ha detto Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia.

Marco Bolasco, direttore Slow Food Editore: «Slow Wine è anche il frutto del notevole sforzo e lavoro della nostra casa editrice, con l’impiego di risorse e intelligenze nuove e un partner importante come Giunti. A riprova di questo voglio annunciare che ci saranno le edizioni in inglese e tedesco, il formato elettronico e le relative applicazioni per smartphone, e il libro avrà grafica e linguaggio innovativi. Slow Wine uscirà con una presentazione ufficiale il 20 ottobre, degna anteprima del Salone Internazionale del Gusto (21-25 ottobre, Torino)».

Due i curatori della guida. Giancarlo Gariglio: «Era necessaria una riflessione e un sostanziale cambiamento nell’affrontare il mondo vino, un panorama molto dinamico. Secondo noi bisogna spostare l’attenzione dal mero bicchiere a tutto ciò che sta dietro, a partire dalle cantine, per avere una valutazione completa, precisa e affidabile. Slow Wine scaturisce da questo nuovo approccio, grazie al quale il vino è diventato veicolo per descrivere il territorio. Infatti la vera svolta che c’è dietro alla guida sono le 2000 visite in cantina con più di 150 colaboratori coinvolti. Un fatto unico nel panorama delle guide enologiche nazionali e possibile grazie alla rete associativa Slow Food. Abbiamo voluto conoscere le donne e gli uomini che lavorano in vigna». «Adottando questo nuovo approccio» continua Gariglio «abbiamo voluto mettere in campo una diversa metodologia di valutazione, che si basa su tre parametri: rapporto qualità prezzo, eccellenza del prodotto e vicinanza alla filosofia Slow Food nelle pratiche dell’azienda (ecosostenibilità, legame con il territorio, valori socio-culturali quali il recupero di vitigni autoctoni o impianti tradizionali, appartenenza a realtà territoriali particolari quali la montagna…). Speriamo così di riuscire a esplicitare il vino in tutta la sua complessità, valore e peculiarità unici. E con i tre parametri valuteremo anche le cantine. Non utilizzeremo però punteggi, ma giudizi. Un metodo che garantisce completezza e profondità alla valutazione per conoscere gli uomini, le vigne e i vini, le tre parole chiave di Slow Wine».

L’altro curatore, Fabio Giavedoni: «Abbiamo organizzato incontri su tutto il territorio italiano per definire il format dei giudizi. Slow Wine si basa sulle visite in cantina per un rapporto diretto con i produttori. Ma non si sono abbandonate pratiche assodate. Successivamente infatti si passerà alla fase dell’assaggio, che si svolgerà in maniera tradizionale (alla cieca). Novità e continuità accompagnano così il giudizio. Nelle schede ci saranno inoltre “carte d’idenità” delle cantine con le informazioni che i vignaioli ci hanno fornito sotto propria responsabilità, una sorta di autocertificazione, ma con la garanzia del rapporto che abbiamo instaurato con loro. Oltre ai 150 collaboratori, al panel di valutazione si è aggiunto un team di “ospiti” italiani ed esteri, costituito da giornalisti, grandi appassionati, enotecari, blogger e importanti sommelier. Segno che Slow Wine è un’opera aperta: novità, tradizione e contaminazione».