mercoledì 17 aprile 2013

Summa 13: un racconto


summa13 cortile
Sabato 6 aprile, io e Michela Muratori ci siamo alzati di buon mattino e siamo partiti in direzione Casòn Hirschprunn a Magrè, Alto Adige. Un grosso sacrificio perché significa rinunciare all’ultimo giorno di riposo prima di un altro tostissimo Vinitaly, ma ci sta, la passione per il vino significa anche questo. Avevamo spesso sentito parlare di Summa di Alois Lageder e la curiosità ci ha spinti fino a un bellissimo borgo altoatesino, che si trova lungo un’altrettanto affascinante Strada del Vino.
Andare in Alto Adige è sempre una bellissima esperienza, quando poi si arriva a Magrè la tranquillità e compostezza del luogo ci danno l’impressione di essere in un mondo quasi parallelo. Per una giornata ci dimentichiamo della crisi e della pioggia (c’è il sole evviva!!). Parcheggiamo tra le villette colorate e ci incamminiamo a piedi seguendo la folla di persone che si dirige verso l’ingresso della Villa dove ha luogo la degustazione. Ci accreditiamo all’ingresso con calma e ci portiamo al desk informazione per capire meglio l’organizzazione della giornata.
summa13 Cantina Alois Lageder - Barrique
53 cantine in degustazione, 22 le italiane e 31 quelle dal resto del mondo. Gli stranieri sono disposti in ordinati banchi d’assaggio nelle sale affrescate del Palazzo, mentre gli italiani sono nel suggestivo granaio. È curioso notare però come i due Champagne presenti (Encry e Pol Roger) siano posizionati insieme agli italiani mentre le tre cantine del Sudtirol/Alto Adige sono nel Palazzo insieme agli stranieri.
Oltre ai banchi d’assaggio troviamo in degustazione diversi prodotti alimentari, come raffinatissimi speck, formaggi, oli e pani di vario genere. Non mancano

seminari sulla biodinamica (l’inclinazione di Alois Lageder è evidente), degustazioni interessantissime oltre a visite guidate alla vicina Cantina Lageder e ai giardini della Villa. Dalle 12 alle 16 nel giardino della Villa sono posizionati degli eleganti gazebo con piatti preparati da quotati chef, tutto incluso nell’ingresso di 20 euro (ovviamente previa accettazione dell’iscrizione online che è riservata a operatori del settore). La gente è tanta ma, una volta fatta la fila per avere il piatto, il posto a sedere si trova sempre, o ai tavoloni rotondi insieme ad altri “compagni” di degustazioni, o attorno alla fontanella da cui è possibile bere l’acqua surgiva servita in brocche di vetro ed eleganti bicchieri.
summa13 mele fritteDegustiamo con piacere i vini di Lageder (Linee Alois e Tenutae) tutti molto corretti, passiamo poi a dei Riesling dalla Germania ( Georg Breuer, Kunstler, Dr. Burkiln- Wolf) caratterizzati da un buon equilibrio tra acidità e dolcezza, e quindi a un blend (Malvasia Fina, Viosinho e Moscatello Galego) di varietà autoctone del produttore Portoghese Symington, che ci ha favorevolmente stupito e intrigato. Ci spostiamo nella sala degli italiani dove proviamo gli Champagne (Pol Roger e Encry) minerali e gessosi, il Barolo di Giacosa, territoriale, complesso, strutturato e davvero trascinante e i vini dell’unica azienda campana presente alla degustazione (A Casa) freschi e rotondi.
Dopo la degustazione ci accreditiamo per la visita guidata in cantina durante la quale ci viene raccontata la filosofia di un’azienda che produce 1,6 milioni di bottiglie e che da molto investe nell’approccio biodinamico alla viticoltura. In effetti da tutta la parte di vigneti gestiti direttamente da Lageder nascono vini da viticoltura biodinamica, mentre non lo sono quelli che provengono da uve acquistate dai conferitori altoatesini per i quali gestire la vigna in biodinamica, sarebbe economicamente non sostenibile, oltre che impossibile data la dimensione estremamente piccola degli appezzamenti di vigneto coltivati da ciascuno.
Visitando la cantina, disposta su più livelli, di cui il più basso a meno 17 metri con la sala presse, si respira una delle altre passioni di Alois Lageder: istallazioni di opere d’arte contemporanea sono distribuite in tutta la cantina. In ogni piano una formella riproduce un pezzo della costellazione celeste. Questo, secondo il proprietario, in biodinamica dovrebbe generare un campo magnetico per migliorare le qualità del vino. In una delle barricaie poi uno spettacolo di luci, suoni (musiche di Bach sintetizzate) e immagini dei lieviti al microscopio sulle pareti, questo per “coccolare” il vino, lascia il visitatore senza fiato.
summa13 amici
Pannelli fotovoltaici, uso del legno, gestione degli spazi, tutto è pensato nell’ottica della sostenibilità e del rispetto ambientale.
Dopo questa bella visita, ci ristoriamo con fantastici canederli in brodo, coregone alla piastra con asparagi bianchi di Terlano, mele fritte con zucchero e cannella e salutiamo questo bellissimo luogo per rientrare a casa.

Non poteva poi mancare l’aspetto sociale: parte del ricavato è devoluto all’organizzazione onlus Aiutare Senza Confini.


Paolo Ricci – Collaboratore Slow Wine