lunedì 8 luglio 2013

A tutto Slow! Alto Adige

Arriviamo che non sono neppure le dieci di mattina alla Cantina Terlano o Kellerei Terlan (chiocciola Slow Wine), perché qui siamo in Italia ma si parla tedesco. Entriamo nell’attrezzatissimo Wine Shop e aspettiamo l’arrivo di Klaus Andergassen, direttore generale.
Con estrema professionalità, Klaus ci racconta molto bene come funziona una cooperativa come quella di Terlano: il rapporto con i viticoltori, piccoli e numerosi, il ruolo dell’agronomo, l’importanza delle attività nel vigneto, la formazione, la miriade di vitigni altoatesini coltivati e vinificati. Prima di entrare in cantina ci soffermiamo a lungo con Klaus di fronte ad un bellissimo vigneto ai piedi delle montagne, lo tormentiamo di domande sulle pratiche agricole e sul rapporto con i viticoltori (soprattutto con quelli più piccoli che hanno pochi metri di vigna coltivata per passione), tanto ormai si sa quanto siamo fissati noi di Slow Food su questo! Il povero Klaus ci risponde con molta pazienza e minuzia di dettagli, anche per una cantina come la loro negli anni si è accentuata la vitale importanza delle pratiche vitivinicole che mirano sempre più ad essere attente e sostenibili.

4Finalmente entriamo in cantina, prima nella partestorica e poi in quella nuova. Kellerei Terlan nasce nel 1893 e da sempre punta su una produzione che miri alla valorizzazione territoriale dei vigneti altoatesini. Affascinante la parte più antica e molto bella quella nuova studiata in chiave moderna con una stupenda barricaia molto ben congegnata. Ci siamo soffermati su un dettaglio della parte nuova della cantina che punta a ricreare l’effetto della stratificazione della radice della vigna nel suolo visibile da uno spazio aperto nel muro. Ovviamente si tratta della creazione di un’artista, ma l’effetto è di grossa suggestione.
Nella parte antica della cantina, la componente più franciacortina del gruppo si è soffermata su alcuni acciai storici di forma e dimensione molto originale. Si tratta di contenitori utilizzati in passato per prove di spumantizzazione. Contenitori che vengono tutt’ora utilizzati per la conservazione di annate diverse, ritenute le migliori, atte a divenire “Rarità” (ogni contenitore può riempire solo 3333 bottiglie) e non più reperibili dello stesso spessore e qualità. Questa’anno da uno di questi è uscito il meraviglioso Chardonnay 2000 Rarità.

Dopo aver risposto alla miriade di domande del gruppo, Klaus ci porta in sala degustazione.
Iniziamo con Il Terlaner 2012. Vino “base” dell’azienda che compie 120 anni, come riportato in etichetta, di bella freschezza e sapidità. Passiamo poi a una inaspettata verticale di Pinot Bianco Vorberg. Vorberg significa “davanti al monte” e indica per la Cantina Terlano un vino molto importante realizzato con il pinot bianco che proviene dai vigneti tutti sulle pendici del monte Tschoggel a una altezza variabile tra i 470 e gli 870 metri, da cui anche il nome della zona di Vorberg appunto.
Iniziamo con il 2010, annata ora in commercio acidità in evidenza con un buon frutto. Passiamo al 2008, inizia aemergere la cremosità e la pienezza di questo vino. Si procede con il 2006 dove cremosità e pienezza sono più marcati, frutto in evidenza sempre fresco. Finiamo con il 1996: cremoso, succoso, pieno, frutto ben marcato con una leggera nota ossidativa, ma capace di conservare ancora un buona freschezza.

E per finire in bellezza dal caveau dalla cantina storica: un Terlaner 1982!!! Un vino che è davvero “mostruoso”, pieno, cremoso, un grande frutto e con ancora una fantastica freschezza.
Estremamente appagati salutiamo e ringraziamo Klaus e Cantina Terlano, non prima di aver strisciato un po’ di credit cards al Wine Shop. Carichi riprendiamo il giro.

2Next Stop: Cantina Erste+Neue con quasi un’ora di ritardo e la ferma convinzione di non essere accolti: figuriamoci proprio in Alto Adige se ti presenti un’ora dopo ti fanno entrare. Invece no, ci aspetta Christoph Fischer, un giovane enotecnico da sempre impegnato in cantina a Erste+Neue e da poco responsabile vendite. Ci accoglie con un sorriso e dice che non importa e ha tutto il tempo di cui abbiamo bisogno.
Visitiamo prima Erste e poi Neue, due edifici separati, il primo più datato ed il secondo estremamente moderno e bello. Molto particolare e artistica l’area delle cantina Puntay dipinta dall’artista nonché socio della cooperativa.
Erste+Neue erano in passato due cantine separate ora unificate in un’unica Cooperativa. La gestione dei vigneti viene fatta tramite la miriade di piccoli viticoltori che li gestiscono, anche in questo caso esiste un agronomo che segue le attività di vigneto, gli incontri di formazione sono molto frequenti.

Passiamo poi alla degustazione, undici vini diversi della linea Classic, Cru e Puntay. Partiamo con Prunar-Pinot bianco 2012 fruttato, minerale, fresco. Passiamo al Grauer-Pinot grigio 2012 succoso e salino, poi al Rifall-Riesling 2012 fruttato, fresco; Stern-Sauvignon 2012 semplice, sapido; Puntay-Sauvignon 2011 tipico, fruttato, rotondo, sapido; Leuchtenburg Lago di Caldaro Superiore 2012 vinoso; Puntay Lago di Caldaro Superiore 2012 vinoso, incisivo; Mezzan-Pinot nero 2010 fruttato, morbido, elegante; Puntay-Lagrein riserva 2011 profondo, tondo, austero; Puntay-Cabernet Sauvignon 2011 scuro, balsamico, tondo e finiamo in dolcezza con Anthos Bianco passito 2010 affascinante, delicato, elegante.
La lunga degustazione, un salto al Wine Shop e i saluti a Christoph ci ha ovviamente portato a sforare ogni limite di tempo massimo ed in sostanza manca meno di un’ora all’appuntamento con l’ultima cantina, quindi byebye osteria slow…

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Ci accontentiamo di un panino nel prato di fronte al Lago di Caldaro, che sorpresa sorpresa ha un colore spettacolare ed è balneabile. Dopo la pausa, da bravi enoturisti Slow, anche se qualcuno di noi preferiva un bel bagno, ci rimettiamo in carreggiata e arriviamo all’ultima cantina, la più alternativa della giornata; Manincor!

Manincor, altra chiocciola Slow Wine, è una tra le migliori aziende biodinamiche (certificata Demeter) e questo grazie a Helmut Zozin che la dirige dal 2008 con passione e sensibilità. Ci accolgono nel bellissimo Wine Shop Klaus e Sibylle ci spiegano la filosofia dell’azienda e ci illustrano la disposizione del vigneti. Poi veniamo guidati in una visita alla bellissima e nuovissima cantina su più livelli con sistema a caduta senza l’uso di pompe e della barricaia con tanto di sottofondo di canti gregoriani. Un giro per i vigneti dell’azienda, che come spigato da Klaus, vengono coltivati seguendo le fasi lunari e utilizzando infusi di camomilla e ortica, diserbati e concimati naturalmente da un gregge di pecore sempre presente in azienda.
 Rientriamo nel Wine Shop e degustiamo: Moscato Giallo 2012 fruttato, intenso e sapido; Rèserve della Contessa 2012, avvolgente ed elegante; Eichhorn-Pinot bianco 2012, fruttato e minerale; Sophie 2012, avvolgente e corposo; Tannenberg-Sauvignon 2012, delicato; Mason- Pinot nero 2011, fruttato, fine, consistente e il delicatissimo Le Petit-Petit Manseng 2011, elegante e complesso.
E dopo un’altra bella e appagante degustazione salutiamo e ringraziamo Klaus e Sibylle certi che torneremo per una visita più approfondita.

Ci rimettiamo in carreggiata on the way back home, sullo sfondo l’azzurro del Lago di Caldaro circondato dal verde delle montagne alberate e dei vigneti pettinati in maniera ordinata e armonica come del resto tutto in Alto Adige.

Una giornata davvero piacevole questa in Alto Adige, alla scoperta di un’Italia vitivinicola ricca di numerosissime varietà autoctone, di una miriade di piccoli viticoltori e dalla realtà delle cooperative agricole, sempre più coscienti quest’ultime del ruolo della terra e del suo rapporto quotidiano con l’uomo.

Paolo Ricci – Collaboratore Slow Wine-Slow Food Brescia
Michela Muratori – Slow Food Franciacorta
Jessica Vezzoli e Mauro Barcella