domenica 23 dicembre 2012

    AUGURI DI BUON NATALE E UN SPUMEGGIANTE 2013!!!!!!!!!!!!!!!!!

sabato 15 dicembre 2012

Vino sotto l'albero. I consigli di Enoteca Italiana



 
Nove italiani su 10 trascorreranno la vigilia e il pranzo di Natale a casa con parenti e amici e diverse sono le specialità culinarie e enologiche che propongono le tante tavole italiane. Quindi niente di meglio che presentarsi all’appuntamento con delle bottiglie da regalare ai padroni di casa o da stappare per gli ospiti. Enoteca Italiana, l’Ente nazionale vini più antico al mondo, nato a Siena nel 1933 che custodisce nella sua mostra permanente oltre 1600 etichette italiane, consiglia i vini da abbinare al pranzo di Natale, dalle grandi firme a quelli con un ottimo rapporto qualità prezzo. Per Coldiretti poi le famiglie italiane spenderanno 197 euro per cibi e vini durante le feste (+2,1%) e vince il made in Italy perché dimostra il forte rapporto con il territorio, “ha un valore economico e crea ricchezza locale”.

Salvatore de Lio, manager di Enoteca Italiana consiglia prima di tutto un brindisi perché un incontro o una cena con amici, inizia sempre con questo rito per dare il benvenuto e ad iniziare il Convivio. Cominciamo con bollicine italiane che non hanno niente da invidiare a quelle estere grazie all’ottimo rapporto qualità prezzo. Se vogliamo stappare o regalare uno Spumante “metodo classico” abbiamo l’imbarazzo della scelta prodotti in tutte le regioni. Tra i più classici troviamo Franciacorta o Trento Doc da servire a temperatura intorno a 8°/10° che sono ottimi come aperitivo o a tutto pasto. In alternativa le bollicine dell’Oltrepò Pavese a base di Pinot Nero con prezzo abbordabile. Se invece vogliamo stare sul tradizionale, troviamo i tanti spumanti “metodo Martinotti” con l’alfiere Prosecco, l’unico spumante italiano ad entrare nella top ten dei più venduti in Italia. Entrando nelle case degli italiani ogni regione propone una ricca tavola fatta di prodotti tipici e quindi anche di eccellenze diverse.

Al nord il profumo dei tortellini in brodo può essere accompagnato da un vino bianco fermo, morbido oppure da una Bonarda o un buon Lambrusco emiliano (è uno dei vini italiani più venduti al mondo). Quest’ultimo spesso bistrattato, oggi è invece molto rivalutato e anche le grandi guide iniziano ad assegnare punteggi d’eccellenza ad alcune etichette di questo vino, semplice ed immediato da riscoprire.

Con primi caratterizzati da sughi con carne o cacciagione ci si può sbizzarrire: dal Nebbiolo o Barbera piemontese, al Chianti o igt Toscani, dai siciliani Nero d’Avola e Cerasuolo Vittoria, ai pugliesi Primitivo di Manduria e Negroamaro, fino al Montepulciano d’Abruzzo (ce ne sono di ottimi al giusto prezzo): l’importante è che siano vini freschi, giovani e di gradazione media.

Sulle tavole della Sardegna per le feste sentiamo il profumo dei ravioli ripieni di patate e pecorino (sardo ovviamente) fatti a mano e chiamati Culurgiones. Provate in abbinamento i vini Nuragus di Cagliari (bianco, per i condimenti più leggeri) o Carignano del Sulcis (rosso, per condimenti con pomodoro o carni).

Se invece, come spesso accade al sud, il menu prevede pesce, allora niente di meglio che iniziare con un Vermentino (Lunigiana, Sardegna o Toscana anche se molto diversi fra loro), oppure con un Fiano di Avellino, una Falanghina campana, un Roero Arneis piemontese, un Verdicchio di Jesi oppure un vino veneto come il Soave Superiore.

Curiosando lungo lo Stivale troviamo la Toscana che per Natale propone fra le seconde portate l’arrosto di faraona, anatra, fegatelli e cacciagione. Non può che non essere associato un buon Chianti Classico Docg, oppure, se siete sulla costa, Morellino di Scansano o Bolgheri. Se invece siete in Umbria allora non può mancare sulla vostra tavola un Torgiano o Sagrantino di Montefalco.

Se invece vi trovate a mangiare degli umidi sempre di cacciagione (cinghiale, capriolo, lepre ecc.) bisogna abbinare vini ancora più strutturati e dai tannini possenti con grado alcolico capaci di ripulire il nostro palato. Allora possiamo scegliere vini invecchiati come Barolo, Brunello di Montalcino, di grande corpo come l’Amarone della Valpolicella, oppure un Vino Nobile di Montepulciano avendo cura di scegliere fra quelli più robusti. Se volete stupire i vostri commensali portate i numerosi vini monovitigno autoctoni: per i bianchi Verdeca, Bombino, Pecorino Passerina,Grillo, Izolia,Trebbiano,Traminer, mentre per i rossi Aglianico, Canaiolo, Colorino, Cannonau, Ciliegiolo,Gaglioppo, Fumin, Ruchè.

Se la tavola offre un tradizionale bollito, sia esso di carni rosse o di carni bianche, provate una Barbera vivace o il già citato Lambrusco. Brodo e bollito hanno la caratteristica di lasciare un’alta carica lipidica in bocca ma non essendo piatti così saporiti come gli umidi di cacciagione, rischiano di “sparire” con vini troppo importanti. Allora un rosso vivace può fare molto. Le bollicine favoriscono l’azione di pulizia dei tannini nella nostra bocca. Così anche vini meno strutturati riescono lo stesso a soddisfare la nostra necessità di “asciugare” il palato, conservando la piacevolezza del piatto.

Nelle tavole del Lazio non può mancare il capitone, un particolare pesce che se non si è intenditori è meglio restare ai bianchi anche se è molto grasso e saporito. Si consiglia un rosso giovane, dal gusto secco, sapido, con profumo floreale. Provate un vino non scontato come il Rossese di Dolceacqua, è prodotto nel ponente ligure e, quando è pienamente espresso, ha alcune caratteristiche visive, aromatiche e tattili che lo accostano al Pinot Nero. Non è facile da trovare.

Se volete restare nel Lazio abbinate la vostra tavola con un Circeo Rosso Doc o, se andate nel bianco, azzardate un abbinamento che vi stupirà con un Moscato di Terracina secco. I profumi vi sembreranno quasi di un passito ma in bocca scoprirete un vino asciutto e ben strutturato per essere un bianco. L’alternativa cambiando genere, regione e rinunciando ad un po’ di profumi, può essere una Vernaccia di San Gimignano il primo vino Doc a bacca bianca della storia italiana.

Scendendo in Calabria troviamo il pesce e esattamente lo stocco di Cittanova (spugnato con l’acqua dello Zomaro) con la “ghiotta” (sughetto di olio, cipolla, pomodori, olive, capperi e uvetta). Si tratta del più noto stoccafisso di antica memoria, molto usato anche in Sicilia. Tra un boccone e l’altro non può mancare un buon Cirò rosato così potete gustare un prodotto unico della terra calabra che, non dimentichiamo, in antichità era chiamata Enotria.

Un capitolo poi per i grandi vini Rosati che fanno della loro versatilità il punto di forza (può essere abbinato con tutto), non a caso lo troviamo nelle varie tipologie, Spumante, Frizzante o Tranquillo. Il suo colore va dal rosa tenue, al cerasuolo fino al chiaretto; il loro gusto poi è prevalentemente fruttato ed intenso, talvolta con note aromatiche, hanno una buona acidità e una corposità lieve.

Naturalmente si consiglia una temperatura leggermente alta, sui 12/14 gradi. Se ne trovano di tutti i gusti e per tutte le tasche ed è bene ricordare che la Puglia ne ha tanti, come l’unica doc Rosato d’Italia, Castel del Monte. Gli altri rosati sono prodotti con vari vitigni: Negroamaro, Uva di Troia, Montepulciano, Pinot Nero, Raboso, Sangiovese e Aglianico.

Se invece sulla tavola trovate piatti a base di crostacei, magari bolliti, ci vuole senz’altro un Traminer aromatico dell’Alto Adige meglio noto come Gewürztraminer. La sua colorazione può spaziare dal giallo paglierino fino a raggiungere il timbro cromatico dell’ottone e il suo profumo raccoglie ricordi di rose e di lavanda. E’ un vino pieno di sostanza, opulento e quasi pomposo nella sua costituzione, ampio al palato ed è contraddistinto da un retrogusto aromatico.

Per i pesci di carne bianca cotti al sale o alla griglia, invece, bisogna provare i vini di un’altra regione dai grandi bianchi: il Friuli Venezia Giulia, come un Friulano del Collio o una Ribolla Gialla. Cambiando genere ma rimanendo tra i bianchi andate in Sicilia per scegliere un Grillo, un Catarratto o l’Inzolia oppure in Campania per una Falanghina, un Fiano di Avellino o il celebre Greco di Tufo.

Per il dessert non c’è che l’imbarazzo della scelta
Se scegliete i dolci classici del nord, dal pandoro veneto al panettone milanese, non abbiate timore di portare un Asti spumante o il più delicato e aromatico Moscato d’Asti. Scoprirete un prodotto piacevole e che, forse non tutti lo sanno, rappresenta una delle voci più importanti delle nostre esportazioni. In alternativa vi è un vino meno conosciuto come il Moscadello di Montalcino che, anche se è poco noto, rappresentava la produzione di punta del famoso paese della provincia di Siena oggi famoso per il Brunello, arrivato però solo alla fine dell’Ottocento.

Restando a Siena per i tradizionali dolci come il Panforte e i Ricciarelli è d’obbligo un autentico Vin Santo toscano. La sua maturazione nei tradizionali caratelli gli conferisce una caratteristica punta di acidità che può anche non piacere ma che lo contraddistingue da tutti gli altri passiti. Da provare in alternativa anche il Marsala siciliano o la Vernaccia liquorosa sarda.

Per le torte classiche con la crema sono ottimi il Moscato di Pantelleria e di Noto, la Malvasia delle Lipari o lo Sciacchetrà delle Cinque Terre. Per le torte al cacao abbinateci il Veneto Recioto della Valpolicella oppure il Picolit friulano (superbo anche in abbinamento alla pasticceria secca).

Per gli amanti del cioccolato da non perdere il Barolo chinato abbinato ad un fondente ricco di cacao (70 per cento) oppure l’Aleatico o il Refrontolo passito.Un’idea dolce ed originale per un regalo, in alternativa alle bottiglie, può essere un bel pacchetto di enodelizie con ottimi vini in abbinamento. Enoteca Italiana li sta confezionando ora e si possono anche richiedere in rete (www.enotecawineshop.it).

Enoteca Italiana conclude con alcune raccomandazioni per i meno esperti:
  1. Se non vi orientate tanto nella selva di etichette che per fortuna la nostra penisola offre, chiedete un consiglio alla vostra enoteca di fiducia. Spenderete qualcosa in più rispetto al supermercato ma avrete una guida sicura per scegliere la bottiglia giusta. Poi sarà ancora più divertente scegliere da soli il vino negli scaffali della grande distribuzione e, dopo averli selezionati, chiedete informazioni al sommelier di turno.
  2. Se avete in casa qualche bella bottiglia non lasciatela invecchiare troppo, non c’è bisogno della grande occasione per degustare del buon vino. Anzi, anche una grande bottiglia se non perfettamente conservata, può rovinarsi, perché andrebbe tenuta in orizzontale, non esposta alla luce e a sbalzi di temperatura. Nel dubbio, quaindi, conservate qualche anno solo i vini riserva e di grande struttura, mai i bianchi o gli spumanti.
  3. Acquistare, regalare e degustare sempre il vino che ci piace perché, a prescindere dai consigli dall’esperto di turno, dell’amico o dei giornali, ricordiamoci che “mangiamo e beviamo quello che siamo” ma soprattutto ognuno di noi ha il suo personale gusto.

martedì 11 dicembre 2012

Enoturismo da record in Italia


Il turismo enogastronomico in Italia? Dai 3 ai 5 miliardi di euro di giro d'affari nel 2010, grazie a 4-5 milioni di turisti enogastronomici tra stabili ed occasionali che hanno scelto il Belpaese per viaggi wine & food, facendo registrare importanti cambiamenti di tendenza: nella scelta delle mete non si va più dietro alle mode, ma a caccia di curiosità ed esperienze innovative, grazie alla crescente familiarità nell'usare quotidianamente il web, dove si coltivano interessi sempre più personali e ristretti, che si traducono nell'individuazione di luoghi ben precisi, capaci di soddisfare più passioni in una solo volta: la gastronomia batte il vino come motivazione di viaggio e si intreccia con l'arte, l'ambiente, lo sport ed il wellness.

A dirlo è il Rapporto annuale n. 9 "Osservatorio sul turismo del vino in Italia. I nuovi dinamismi di un turismo di tendenza”, promosso dalle Città del vino e realizzato dal Censis servizi, presentato oggi alla Fondazione Censis a Roma.

Secondo il Rapporto, in linea con gli ultimi anni, le vacanze sono sempre più brevi (solo un giorno nel 56% dei casi) e dislocate lungo tutto l'anno, ma gli eno-appassionati spendono di più: in media un turista del vino spende 193 euro al giorno, ne spendeva 149 nel 2003 (+18% al netto dell'inflazione).

Il 56% degli eno-turisti ha svolto nel 2010 un viaggio di un solo giorno, il 26% almeno un weekend, il 15% una vacanza superiore ai 4 giorni. Ma, in media, ogni turista enogastronomico ha vissuto almeno due esperienze di viaggio indipendentemente dalla durata.

La spesa media pro-capite giornaliera del viaggio è di 193 euro (+18% al netto dell'inflazione sul 2003 quando erano 149), destinati per il 32,6% al pernottamento, per il 20,7% alla ristorazione, per il 20,2% all'acquisto di prodotti tipici alimentari, il 17,1% per l'acquisto di vino, il 4,1% per prodotti di artigianato locale ed il restante 5,2% per servizi vari.

Alle destinazioni classiche dotate di un brand territoriale forte (dalle Langhe alla Franciacorta al Chianti Classico) se ne aggiungono delle nuove: da un lato i luoghi dove si organizzano eventi di grande richiamo - mostre d'arte, concerti, festival culturali, stagioni operistiche - in prossimità di territori ad alta vocazione enogastronomica (Alba e le Langhe, Verona e la Valpolicella, Firenze e Siena ed il Chianti Classico); dall'altro sempre di più le città d'arte puntano anche sull'offerta enogastronomica dei territori circostanti (Venezia-Conegliano -Valdobbiadene; Pienza-Montalcino-Montepulciano.

E nella scelta delle destinazioni incidono sempre più fattori come la prossimità (l'Oltrepo Pavese per chi abita a Milano), la specializzazione di un territorio (il tartufo nelle Langhe), la ricerca di zone ampie ma dalla forte identità enogastronomica (dalla Romagna alla Maremma alle Cinque Terre). E, soprattutto, la presenza di servizi non più solo come strutture (cantine, ricettività, ristorazione) ma anche secondo gamma, qualità e identità, di cui sono esempio territori come il Trentino, il Collio ed il Salento.

venerdì 30 novembre 2012

Franciacorta Extra Brut Boschedòr Millesimato 2008


Informazioni generali: l'Azienda Bosio è situata a Corte Franca, a pochi chilometri dal lago d'Iseo, e si estende su una superficie di circa 30 ettari, nel cuore della Franciacorta. L'Azienda, nata negli anni Novanta, coltiva vitigni quali lo Chardonnay, il Pinot Bianco e Pinot Nero, per la produzione del Franciacorta DOCG e di vini bianchi, assieme ad altri a bacca rossa come il Merlot, il Cabernet Sauvignon e la Barbera che rientrano nella denominazione Curtefranca DOC.

Zona di produzione: i vigneti si trovano nel Comune di Corte Franca in Provincia di Brescia (BS).

Uve utilizzate: Pinot nero 50%, Chardonnay 50%

Vinificazione: la vendemmia avviene manualmente in cassette, le uve sono rapidamente trasportate in cantina e sottoposte a una pressatura soffice per separare il mosto fiore dalla frazione solida. Questo è collocato in vasche di acciaio inox dove fermenta alla temperatura controllata di 15°C, al termine della prima fermentazione il vino base matura per 6-7- mesi in acciaio e successivamente è posto in bottiglia con lieviti selezionati dove avverrà la presa di spuma seguendo il processo di spumantizzazione metodo Classico.

Maturazione / Affinamento: 30 mesi in bottiglia sui lieviti

Caratteristiche del vino: all'esame visivo si presenta brillante, con un colore giallo paglierino ed un perlage fine e persistente. Al naso è abbastanza intenso, di buona complessità, fine, con profumi floreali di camomilla; fruttati di agrumi come il pompelmo e il lime; note di pan di Spagna ed una leggera nota speziata. In bocca è secco, caldo e morbido, fresco e con una adeguata sapidità. Di buon corpo, equilibrato, abbastanza intenso e persistente.

Accostamenti gastronomici: pesce persico alle verdure, totani alla piastra.

Titolo alcolometrico: 13% vol.

Temperatura di servizio: 6-8 °C.

Prezzo indicativo in enoteca 25,00 €

Azienda produttrice:
Azienda Agricola Bosio - Via Mario Gatti, 4 - 25040 - Timoline di Corte Franca (BS)
Tel: 0309826224 - Fax: 030984398 Sito internet: www.bosiofranciacorta.it - Email: info@bosiofranciacorta.it

mercoledì 28 novembre 2012

Storia e aneddoti di Luigi Veronelli.La vita è troppo breve per bere vini cattivi.

A otto anni dalla scomparsa di Luigi Veronelli, novembre 2004, il primo libro sul padre (un riconoscimento all’unanimità) della cultura materiale italiana in declinazione enogastronomica. Non una biografia, piuttosto un’indagine su chi sia stato l’uomo Veronelli. Un giornalista? Sì, ma è riduttivo. Uno scrittore? Meglio. Uno che si è occupato di vini e di cibi? Certo, ma dentro ci ha visto di tutto, dall’amore all’amicizia, all’eros, alla libertà, alla bellezza. Un rivoluzionario? Si direbbe di no, ma ha cambiato il mondo dell’enogastronomia. Un politico? Aborriva i politici, lui anarchico, questo sì, ma a modo suo. Un filosofo? Anche, ma non un maestro, né un professore, né un cattedratico, "solo" un notaro. Aneddoti e citazioni (appunti, disegni, parole, molti gustosamente inediti) si intrecciano a riflessioni e cronache, seguendo il filo conduttore di una vita spesa ad assumere le istanze dell’universo contadino e a godere di ogni attimo con pienezza e senso di responsabilità. Un libro-puzzle, a frammenti rigorosamente in ordine alfabetico (l’unica regola mai infranta da Veronelli: esiste l’alfabeto, è così semplice, così chiaro, così condiviso) e ricomponibili attraverso il suo rapporto speciale con il vino, la lettura, la scrittura, la donna, le arti e la filosofia. Libri e trasmissioni televisive, interventi a convegni, improperi, poesie, anagrammi. Tutto convive in questo volume sulla persona di Veronelli che i due autori, a lui tanto contigui, hanno organizzato in modo da far uscire un ritratto esauriente del Veronelli reale, egocentrico e generoso, puntiglioso e permissivo, istintivo e razionale, in una parola complesso.

Autori
Gian Arturo Rota: classe 1964 (annata grande per i vini), conosce Luigi Veronelli quando è ancora studente universitario e quell’incontro diventa la scintilla di un rapporto ventennale. Ha diretto la Veronelli Editore, per cui ha curato a lungo la guida ai ristoranti e scritto i volumi Sagre e feste d’Italia e Dizionarietto Gastronomico; per Class Editori Mangiare Lungocosta. È stato Giurato nel concorso Uovo d’Oro nel programma La prova del cuoco (Rai Uno). È responsabile dell’Archivio Veronelli e del sito Casa Veronelli. Collabora con le riviste SpiritodiVino e Monsieur.
Nichi Stefi: autore televisivo e teatrale laureatosi in Estetica con Gillo Dorfles, per la Rai ha diretto tra l’altro Linea Verde, Star bene a tavola e “viaggio sentimentale nell’Italia dei vini”, maturando un profondo legame professionale e personale con Veronelli. In campo enoico ha scritto “vignaioli storici”, Il Porto, Progetto di un vino, Giacomo Bologna. Ha curato la guida Gli spumanti d’Italia e diretto per Veronelli Editore la collana I Semi e la rivista Ex Vinis.
Prefazione: Carlo Petrini
Editori: Giunti Editore - Slow Food Editore
Pagine: 320 (con immagini: fotografie e documenti) Prezzo: 16,50 euro

domenica 25 novembre 2012

Sforzato di Valtellina Ronco del Picchio 2006


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Informazioni generali: l'Azienda Agricola Fay nasce nel 1973, a pochi chilometri dal comune di Teglio in Valtellina, ad opera di Sandro Fay. Dal 1998 Sandro Fay è affiancato nella conduzione dell'azienda dai figli Marco ed Elena. La produzione vinicola è rivolta ai vini della tradizione valtellinese dal Rosso di Valtellina, al Valtellina Superiore, nelle sottospecificazioni Valgella, Sassella, Inferno, Grumello, Maroggia e, non ultimo, lo Sforzato o Sfurzat di Valtellina. I vigneti aziendali si estendono su una superfice complessiva di 14 ettari, per tradizione l'azienda è legata alla sottozona Valgella dove si concentra la massima quantità della produzione.



Zona di produzione: vigna San Gervasio, all'interno della sottozona Valgella, ad una altitudine di 650 metri s.l.m., nel Comune di Teglio in Provincia di Sondrio (SO).

Uve utilizzate: Nebbiolo (Chiavennasca) 100%.

Vinificazione: la vendemmia avviene manualmente in cassette nella prima metà di ottobre. Le uve vengono quindi poste in appassimento in fruttai ben areati fino alla prima metà di dicembre. I grappoli sono quindi sottoposti a diraspatura e successivamente a pressatura, il mosto ottenuto rimane per un periodo di 10 giorni in macerazione e completa la fermentazione alcolica in circa 20 giorni. La fermentazione malolattica avviene in barriques di rovere.

Maturazione / Affinamento: 12 mesi in barriques di rovere francese,
6 mesi in acciaio, 6 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.

Caratteristiche del vino: all'esame visivo si presenta limpido, con un colore rosso rubino con riflessi granati, consistente. Al naso è intenso, complesso, abbastanza fine, con note fruttate di piccoli frutti rossi e neri in confettura e sotto spirito, ciliegia, prugna, visciola, mora, e frutta appassita come l'uvetta; speziate di vaniglia, cacao, chiodo di garofano, cannella, tabacco, china; note eteree e balsamiche. In bocca è secco, caldo, morbido, abbastanza fresco, con un tannino ben presente ma levigato dall'affinamento, abbastanza sapido. Robusto, equilibrato, intenso e con una lunga persistenza gustativa.

Accostamenti gastronomici: selvaggina da pelo in umido, cinghiale e capriolo, formaggi stagionati come il Bitto.

Titolo alcolometrico: 15% vol.

Temperatura di servizio: 18-20 °C.

Prezzo indicativo in enoteca 32,00 €

Azienda produttrice:
Azienda Agricola Fay - Via Pila Caselli, 1 - 23036 - San Giacomo di Teglio (SO)
Tel: 0342786071 - Fax: 0342786058 - Sito internet: www.vinifay.it - Email: info@vinifay.it

sabato 10 novembre 2012

Cabernet Riserva Alois Lageder

Informazioni generali: l'Azienda Alois Lageder nasce nel 1823 ed è diventata nel corso degli anni sinonimo di qualità, spiccando per la sua capacità di fondere tradizione e innovazione. I suoi vini si suddividono nelle due linee Tenutæ Lageder e Alois Lageder. Tutti i vigneti di proprietà, oltre 50 ettari, sono coltivati col metodo biodinamico e dalle loro uve vengono prodotti i vini e gli uvaggi della linea Tenutæ Lageder. A questi si aggiungono quelli della linea Alois Lageder, vini tipici vinificati in purezza e realizzati secondo i criteri della massima qualità cari all'azienda. Per produrre questi vini vengono utilizzate anche uve dei vigneti migliori, conferite da viticoltori di fiducia.



Zona di produzione: i vigneti si trovano nei Comuni di Magrè e Cortaccia, ad una altitudine compresa fra 240 e 350 metri s.l.m., in Provincia di Bolzano (BZ).

Uve utilizzate: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc.



Vinificazione: la vendemmia avviene manualmente all'inizio di ottobre. Le uve sono trasportate immediatamente in cantina e sottoposte a diraspapigiatura, con successiva macerazione del mosto a contatto con le bucce e fermentazione in serbatoi di acciaio inox termocondizionati per un periodo di circa 15 giorni. Dopo aver completato anche la fermentazione malolattica in acciaio, il vino viene collocato in botti di rovere dove completa l'affinamento.


Maturazione / Affinamento: 18 mesi in botti grandi di rovere, alcuni mesi in bottiglia prima della commercializzazione.


Caratteristiche del vino: all'esame visivo si presenta limpido, con un colore rosso rubino, con riflessi granati, consistente. Al naso è intenso, complesso e fine, con profumi fruttati piccoli frutti rossi e neri maturi, marasca, ribes e ciliegia; speziate di pepe nero, tabacco dolce, cuoio, caffè e tostatura; note erbacee di peperone verde e di fieno. In bocca è secco, caldo e morbido, fresco, con un tannino ben percettibile, abbastanza sapido. Di corpo, equilibrato, intenso e con una lunga pesistenza gustativa.

Accostamenti gastronomici: carni di manzo e agnello arrosto, lepre in salmì, formaggi stagionati.


Titolo alcolometrico: 13% vol.


Temperatura di servizio: 18-20 °C.


Prezzo indicativo in enoteca 13,00 €


Azienda produttrice:
Alois Lageder Tòr Löwengang - Vicolo dei Conti, 9 - 39040 - Magrè (BZ)
Tel: 0471809500 - Fax: 0471809 550 - Sito internet: www.aloislageder.eu - Email: info@aloislageder.eu

venerdì 19 ottobre 2012

Guida Slow Wine 2013. Chiocciole e Grandi Vini

Sono 123 i Grandi Vini, le migliori etichette selezionate in ogni regione, nella Guida Slow Wine 2013. In testa il Piemonte con 30 vini eccellenti, seguita da Toscana con 22, Veneto con 11 e Friuli Venezia Giulia con 7 “Grandi Vini”. Le Chiocciole invece, vale a dire le cantine in grado di interpretare al meglio i valori (organolettici, territoriali, ambientali e identitari) della filosofia Slow Food, sono state assegnate a 175 cantine. Il Piemonte è anche la regione più “chiocciolata” con 29 riconoscimenti. Segue la Toscana con 28, il Friuli Venezia Giulia con 16 e il Veneto con 15 Chiocciole. In toltale sulla guida 2013 sono state recensite 1909 cantine e degustati 23mila vini.

«I 23mila vini degustati - hanno detto Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni, curatori di Slow Wine - ci hanno raccontato le loro proprietà organolettiche, svelato la loro struttura e il loro colore, ma non solo. Dietro ogni etichetta, ogni cantina visitata, c’è la storia del produttore, con le sue tecniche, strumenti e problemi quotidiani da affrontare».

Una guida che narra il mondo del vino, invogliando un numero sempre maggiore di appassionati a visitare di persona le cantine recensite. «Ed è qui che entra in gioco una delle grandi novità di quest’anno, a cui ha aderito oltre la metà delle aziende: uno sconto del 10% a chi si presenta, guida alla mano, per acquistare il vino», continuano i curatori. Come sempre, Slow Wine ha un occhio attento alla realtà che viviamo e che è in continua evoluzione. «Abbiamo notato con forza come i cambiamenti climatici abbiano inciso sui vini, penalizzando sia i bianchi del Centro Nord che i Barbaresco o i Brunello, osservando come i vignaioli si stiano attrezzando per adottare le giuste contromisure, sperimentando con arguzia e buonsenso contadino le nuove tecniche», spiegano Gariglio e Giavedoni. Grandi novità anche fra i riconoscimenti, che assumono connotazioni più puntuali e rigorose, puntando maggiormente sul rapporto tra qualità e prezzo.

A questo proposito, quindi, torna la Chiocciola, simbolo più ambito, assegnato a una cantina per il modo in cui interpreta valori organolettici, territoriali e ambientali in sintonia con Slow Food. I vini di una Chiocciola rispondono anche a un criterio di buon rapporto tra qualità e prezzo, tenuto conto di quando e dove sono stati prodotti; la Bottiglia, assegnata quest’anno a 152 vini, identifica le cantine che vantano una gamma complessiva di prodotti di alto livello; la Moneta (144 nell’edizione 2013) segnala i produttori che offrono la possibilità di bere ottimi vini a un prezzo conveniente.

Mentre tra le etichette troviamo il Vino Slow, assegnata a 242 etichette, che oltre ad avere una qualità organolettica eccellente, riesce a condensare nel bicchiere caratteri legati a territorio, storia e ambiente, tenendo in considerazione il rapporto qualità-prezzo e le caratteristiche di produzione. Per chi cerca bottiglie da mettere in tavola con maggiore frequenza, a prezzi contenuti ma alto valore qualitativo, ci sono i Vini Quotidiani (quest’anno 229) che non superano i 10 € in enoteca. Infine, immancabili i Grandi Vini, che rappresentano le migliori etichette selezionate in ogni regione.

Tanti cambiamenti e tanti obiettivi, dunque. Riassumendo? «Una guida che continua a essere innovativa e al passo con i tempi, mantenendo una doverosa precisione nel comunicare le certificazioni delle cantine, la proprietà delle uve o il tipo di diserbo utilizzato. Ma che allo stesso tempo ci accompagna a spasso tra i filari, osservando la maturazione dei grappoli, sentendo i profumi delle colline e i racconti di chi su quelle colline ci vive da sempre. Una guida che vuole contribuire a rendere la viticoltura italiana più sostenibile dal punto di vista ambientale, senza perdere di vista la filosofia di Slow Food», concludono Gariglio e Giavedoni.

Domenica 28 ottobre a Torino, durante il Salone del Gusto e Terra Madre, torna la grande degustazione di Slow Wine, con la presentazione della guida di Slow Food Editore dedicata al mondo del vino, che quest’anno spegne tre candeline. Le oltre mille etichette proposte nella scenografica rampa del Lingotto renderanno l’evento davvero unico.

I numeri
1909 Cantine recensite
23.000 Vini degustati
244 Collaboratori

I riconoscimenti
175 Chiocciole
144 Monete
152 Bottiglie
229 Vini quotidiani
242 Vini Slow
123 Grandi Vini


Abruzzo e Molise
CHIOCCIOLE (5)
  • Praesidium, Prezza (Aq)
  • Cataldi Madonna, Ofena (Aq)
  • Valentini, Loreto Aprutino (Pe)
  • Torre dei Beati, Loreto Aprutino (Pe)
  • Emidio Pepe, Torano Nuovo (Te)

GRANDI VINI (3)
  • Pasetti, Francavilla al Mare (Ch) - Montepulciano d’Abruzzo Testarossa, 2008
  • Contesa, Collecorvino (Pe) - Montepulciano d’Abruzzo Terre dei Vestini Amir, 2007
  • Barba, Pineto (Te) - Bianco Vignafranca, 2010


Alto Adige
CHIOCCIOLE (7)
  • Cantina Terlano, Terlano/Terlan (Bz)
  • Manincor, Caldaro/Kaltern (Bz)
  • Unterortl - Castel Juval, Naturno/Naturns (Bz)
  • Nusserhof - Heinrich Mayr, Bolzano/Bozen
  • Kuenhof - Peter Pliger, Bressanone/Brixen (Bz)
  • Tenutae Lageder, Magrè/Margreid (Bz)
  • Haderburg, Salorno/Salurn (Bz)

GRANDI VINI (7)
  • Cantina Girlan, Appiano/Eppan (Bz) - A.A. Bianco Riserva Bianca, 2009
  • Gottardi, Egna/Neumarkt (Bz) - A.A. Pinot Nero Mazzon, Ris.2009
  • Cantina Nals Margreid, Nalles/Nals (Bz) - A.A. Sauvignon Mantele, 2011
  • Cantina Terlano, Terlano/Terlan (Bz) - A.A. Terlano Chardonnay, 1999
  • Abbazia di Novacella, Varna/Vahrn (Bz) - A.A. Valle Isarco Riesling Praepositus, 2010
  • Taschlerhof - Peter Wachtler, Bressanone/Brixen (Bz) - A.A. Valle Isarco Sylvaner Lahner, 2011
  • Köfererhof - Günther Kerschbaumer, Varna/Vahrn (Bz) - A.A. Valle Isarco Veltliner, 2011


Basilicata
CHIOCCIOLE (1)
  • Elena Fucci, Barile (Pz)


Calabria
CHIOCCIOLE (2)
  • Librandi, Cirò Marina (Kr)
  • 'A Vita, Cirò Marina (Kr)

GRANDI VINI (1)
  • Luigi Viola, Saracena (Cs) - Moscato Passito di Saracena, 2011


Campania
CHIOCCIOLE (10)
  • Vadiaperti, Montefredane (Av)
  • Colli di Lapio, Lapio (Av)
  • Antonio Caggiano, Taurasi (Av)
  • Luigi Tecce, Paternopoli (Av)
  • Contrade di Taurasi, Taurasi (Av)
  • Antica Masseria Venditti, Castelvenere (Bn)
  • Sorrentino, Boscotrecase (Na)
  • Contrada Salandra, Pozzuoli (Na)
  • San Giovanni, Castellabate (Sa)
  • Giuseppe Apicella, Tramonti (Sa)

GRANDI VINI (7)
  • Villa Raiano, San Michele di Serino (Av) - Fiano di Avellino, 2011
  • Feudi di San Gregorio, Sorbo Serpico (Av) - Fiano di Avellino Pietracalda, 2011
  • Villa Diamante, Montefredane (Av) - Fiano di Avellino Vigna della Congregazione, 2010
  • Pietracupa, Montefredane (Av) - Greco di Tufo, 2011
  • Salvatore Molettieri, Montemarano (Av) - Taurasi Renonno, 2008
  • Antonio Caggiano, Taurasi (Av) - Taurasi Vigna Macchia dei Goti, 2008
  • Montevetrano, San Cipriano Picentino (Sa) - Montevetrano, 2010


Emilia Romagna
CHIOCCIOLE (5)
  • Vittorio Graziano, Castelvetro (Mo)
  • Camillo Donati, Felino (Pr)
  • Paolo Francesconi, Faenza (Ra)
  • Vigne dei Boschi, Brisighella (Ra)
  • Fattoria Zerbina, Faenza (Ra)

GRANDI VINI (1)
  • Il Negrese, Ziano Piacentino (Pc) - C.P. Malvasia Passito, 2010


Friuli Venezia Giulia
CHIOCCIOLE (16)
  • Edi Keber, Cormons (Go)
  • La Castellada, Gorizia (Go)
  • Borgo San Daniele, Cormons (Go)
  • Gravner, Gorizia (Go)
  • Damijan Podversic, Gorizia (Go)
  • Radikon, Gorizia (Go)
  • Kante, Duino Aurisina (Ts)
  • Zidarich, Duino Aurisina (Ts)
  • Skerlj, Sgonico (Ts)
  • Skerk, Duino Aurisina (Ts)
  • Ronco del Gnemiz, San Giovanni al Natisone (Ud)
  • Meroi, Buttrio, (Ud)
  • Le Due Terre, Prepotto (Ud)
  • I Clivi, Corno di Rosazzo (Ud)
  • Vignai da Duline, San Giovanni al Natisone (Ud)
  • Miani, Buttrio (Ud)

GRANDI VINI (7)
  • Livio Felluga, Cormons (Go) - COF Rosso Rosazzo Sossò Ris. 2008
  • Colle Duga, Cormons (Go) - Collio Bianco, 2011
  • Isidoro Polencic, Cormons ( Go) - Collio Friulano, 2011
  • Venica & Venica, Dolegna del Collio (Go) - Collio Pinot Bianco, 2011
  • Vie di Romans, Mariano del Friuli (Go) - Friuli Isonzo Chardonnay Ciampagnis Vieris, 2010
  • Villa Russiz, Capriva del Friuli (Go) - Les Enfants, 2011
  • Petrussa, Prepotto (Ud) - COF Friulano, 2011


Lazio
CHIOCCIOLE (3)
  • Casale della Ioria, Acuto (Fr)
  • Marco Carpineti, Cori (Lt)
  • Sergio Mottura, Civitella d’Agliano (Vt)

GRANDI VINI (1)
  • Sergio Mottura, Civitella d’Agliano (Vt) - Latour a Civitella, 2010


Liguria
CHIOCCIOLE (4)
  • Maria Donata Bianchi, Diano Arentino (Im)
  • Walter De Batté, Riomaggiore (Sp)
  • Santa Caterina, Sarzana (Sp)
  • Cascina delle Terre Rosse, Finale Ligure (Sv)

GRANDI VINI (2)
  • Massimo Alessandri, Ranzo (Im) - Riviera Ligure di Ponente Pigato Costa de Vigne, 2011
  • Possa, Riomaggiore (Sp) - Cinque Terre Monterosso Vetua, 2011


Lombardia
CHIOCCIOLE (6)
  • Togni Rebaioli, Darfo Boario Terme (Bs)
  • Il Pendio, Monticelli Brusati (Bs)
  • Agnes, Rovescala (Pv)
  • Podere Il Santo, Rivanazzano (Pv)
  • Ar.Pe.Pe., Sondrio
  • Fay, Teglio (So)

GRANDI VINI (5)
  • Cavalleri, Erbusco (Bs) - Franciacorta Brut Grandi Cru Collezione, 2007
  • Ca’ del Bosco, Erbusco (Bs) - Franciacorta Dosaggio Zero, 2007
  • Bellavista, Erbusco (Bs) - Franciacorta Pas Operé Gran Cuvée, 2006
  • Rainoldi, Chiuro (So) -Sfursat di Valtellina Fruttaio Ca’ Rizzieri, 2008
  • Monsupello, Torricella Verzate (Pv) - M. Cl. Brut


Marche
CHIOCCIOLE (9)
  • Pievalta, Maiolati Spontini (An)
  • Bucci, Ostra Vetere (An)
  • Fattoria San Lorenzo, Montecarotto (An)
  • Fattoria Coroncino, Staffolo (An)
  • Fattoria Dezi, Servigliano (Ap)
  • Aurora, Offida (Ap)
  • Oasi degli Angeli, Cupra Marittima (Ap)
  • Fattoria La Monacesca, Matelica (Mc)
  • Collestefano, Castelraimondo (Mc)

GRANDI VINI (6)
  • Santa Barbara, Barbara (An) - Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Stefano Antonucci, 2010
  • Umani Ronchi, Osimo (An) - Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Vecchie Vigne, 2010
  • Bucci, Ostra Vetere (An) - Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Villa Bucci Ris. 2009
  • Gioacchino Garofoli, Castelfidardo (An) - Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Vecchie Vigne, 2010
  • Oasi degli Angeli, Cupra Marittima (Ap) - Kurni, 2010
  • Velenosi, Ascoli Piceno - Offida Pecorino Villa Angela, 2011


Piemonte
CHIOCCIOLE (29)
  • Castello di Tassarolo, Tassarolo (Al)
  • Iuli Cerrina, Monferrato (Al)
  • Vigneti Massa, Monleale (Al)
  • Carussin, San Marzano Oliveto (At)
  • Dacapo, Agliano Terme (At)
  • Luigi Spertino, Mombercelli (At)
  • Roagna - I Paglieri, Barbaresco (Cn)
  • Ca’ del Baio, Treiso (Cn)
  • Piero Busso, Neive (Cn)
  • Cavallotto Fratelli, Castiglione Falletto (Cn)
  • G.D. Vajra, Barolo (Cn)
  • Giuseppe Rinaldi, Barolo (Cn)
  • Brovia Castiglione, Falletto (Cn)
  • Alessandria Fratelli, Verduno (Cn)
  • Conterno Fantino, Monforte d’Alba (Cn)
  • Elvio Cogno, Novello (Cn)
  • Teobaldo Rivella, Barbaresco (Cn)
  • Cascina Corte, Dogliani (Cn)
  • Elio Altare - Cascina Nuova, La Morra (Cn)
  • Elio Grasso, Monforte d’Alba (Cn)
  • Sottimano, Neive (Cn)
  • Hilberg - Pasquero, Priocca (Cn)
  • Fiorenzo Nada, Treiso (Cn)
  • Anna Maria Abbona, Farigliano (Cn)
  • Pecchenino, Dogliani (Cn)
  • Cascina Ca’ Rossa, Canale (Cn)
  • Le Piane, Boca (No)
  • Antichi Vigneti di Cantalupo, Ghemme (No)
  • Bianchi, Sizzano (No)

GRANDI VINI (30)
  • La Colombera, Tortona (Al) - Colli Tortonesi Timorasso Il Montino, 2010
  • Braida, Rocchetta Tanaro (At) - Barbera d'Asti Bricco dell'Uccellone, 2010
  • Roagna - I Paglieri, Barbaresco (Cn) - Barbaresco Asili, 2007
  • Marchesi di Grésy, Barbaresco (Cn) - Barbaresco Camp Gros, 2008
  • Ca’ Viola, Dogliani (Cn) - Barbera d’Alba Bric du Luv, 2010
  • Bartolo Mascarello, Barolo (Cn) - Barolo 2008
  • Paolo Scavino, Castiglione Falletto (Cn) - Barolo Bric dël Fiasc, 2008
  • Cavallotto Fratelli, Castiglione Falletto (Cn) - Barolo Bricco Boschis Vigna San Giuseppe Ris. 2006
  • G.D. Vajra, Barolo (Cn) - Barolo Bricco delle Viole, 2008
  • Azelia, Castiglione Falletto (Cn) - Barolo Bricco Fiasco, 2008
  • Silvio Grasso, La Morra (Cn) - Barolo Bricco Luciani, 2008
  • Brovia, Castiglione Falletto (Cn) - Barolo Ca' Mia, 2008
  • Damilano, Barolo (Cn) - Barolo Cannubi, 2008
  • Luciano Sandrone, Barolo (Cn) - Barolo Cannubi Boschis, 2008
  • Giacomo Conterno, Monforte d’Alba (Cn) - Barolo Cascina Francia, 2008
  • Ettore Germano, Serralunga d’Alba (Cn) - Barolo Cerretta, 2008
  • Domenico Clerico, Monforte d’Alba (Cn) - Barolo Ciabot Mentin, 2008
  • Cordero di Montezemolo - Monfalletto, La Morra (Cn) - Barolo Enrico VI, 2008
  • La Spinetta, Grinzane Cavour (Cn) - Barolo Garetti, 2008
  • Vietti, Castiglione Falletto (Cn) - Barolo Lazzarito, 2008
  • Giuseppe Mascarello e Figlio, Monchiero (Cn) - Barolo Monprivato Cà d’ Morissio Ris. 2004
  • Conterno Fantino, Monforte d’Alba (Cn) - Barolo Mosconi, 2008
  • Casa di E. Mirafiore, Serralunga d’Alba (Cn) - Barolo Paiagallo, 2008
  • Elvio Cogno, Novello (Cn) - Barolo Ravera, 2008
  • Gaja, Barbaresco (Cn) - Langhe Nebbiolo Costa Russi, 2009
  • Giovanni Rosso, Serralunga d’Alba (Cn) - Barolo La Serra, 2008
  • Massolino, Serralunga d’Alba (Cn) - Barolo Margheria, 2008
  • Antichi Vigneti di Cantalupo, Ghemme (No) - Ghemme Signore di Bayard, 2005
  • Le Piane, Boca (No) - Boca, 2008
  • Nervi, Gattinara (Vc) - Gattinara Valferana, 2005


Puglia
CHIOCCIOLE (7)
  • Giancarlo Ceci, Andria (Ba)
  • I Pàstini, Locorotondo (Ba)
  • Polvanera, Gioia del Colle (Ba)
  • Paolo Petrilli, Lucera (Fg)
  • Agricole Vallone, Lecce
  • Attanasio, Manduria (Ta)
  • Gianfranco Fino, Lama (Ta)

GRANDI VINI (4)
  • Plantamura, Gioia del Colle (Ba) - Gioia del Colle Primitivo Etichetta Nera, 2010
  • Chiaromonte, Acquaviva delle Fonti (Ba) - Primitivo Gioia del Colle Chiaromonte Ris. 2009
  • Cosimo Taurino, Guagnano (Le) - Patriglione, 2007
  • Gianfranco Fino, Lama (Ta) - Primitivo di Manduria Es, 2010


Sardegna
CHIOCCIOLE (3)
  • Panevino, Nurri (Ca)
  • Orlando Tondini, Calangianus (Ot)
  • Capichera, Arzachena (Ot)

GRANDI VINI (3)
  • Agricola Punica, Santadi (Ci) - Barrua, 2009
  • Capichera, Arzachena (Ot) - Vermentino di Gallura Vigna’ngena, 2011
  • Chessa, Usini (Ss) - Kentàles, 2010


Sicilia
CHIOCCIOLE (9)
  • Girolamo Russo, Castiglione di Sicilia (Ct)
  • Tenuta delle Terre Nere, Randazzo (Ct)
  • Graci, Castiglione di Sicilia (Ct)
  • I Vigneri, Randazzo (Ct)
  • Palari, Messina
  • Arianna Occhipinti, Vittoria (Rg)
  • Cos, Vittoria (Rg)
  • Ferrandes, Pantelleria (Tp)
  • Marco De Bartoli, Marsala (Tp)

GRANDI VINI (7)
  • Morgante, Grotte (Ag) - Don Antonio, 2009
  • Planeta, Menfi (Ag) - Cerasuolo di Vittoria Cl. Dorilli, 2010
  • Passopisciaro, Castiglione di Sicilia (Ct) - Contrada C, 2010
  • Tenuta di Fessina, Castiglione di Sicilia (Ct) - Etna Bianco A’ Puddara, 2010
  • Pietradolce, Castiglione di Sicilia (Ct) - Etna Bianco Archineri, 2011
  • Tenuta delle Terre Nere, Randazzo (Ct) - Etna Rosso Guardiola, 2010
  • Tasca d’Almerita, Sclafani Bagni (Pa) - Chardonnay, 2010


Toscana
CHIOCCIOLE (28)
  • Stefano Amerighi, Cortona (Ar)
  • Le Cinciole, Panzano in Chianti (Fi)
  • Frascole, Dicomano (Fi)
  • Corzano e Paterno, San Casciano in Val di Pesa (Fi)
  • Fattoria Selvapiana, Rufina (Fi)
  • Castello dei Rampolla, Panzano in Chianti (Fi)
  • Fontodi, Panzano in Chianti (Fi)
  • Monte Bernardi, Panzano in Chianti (Fi)
  • Isole e Olena Barberino, Val d’Elsa (Fi)
  • Salustri, Cinigiano (Gr)
  • I Luoghi, Castagneto Carducci (Li)
  • Tenuta di Valgiano, Capannori (Lu)
  • Caiarossa, Riparbella (Pi)
  • Fattoria di Bacchereto Terre a Mano, Carmignano (Po)
  • Baricci, Montalcino (Si)
  • Fattoi, Montalcino (Si)
  • Il Paradiso di Manfredi, Montalcino (Si)
  • Badia a Coltibuono, Gaiole in chianti (Si)
  • Riecine, Gaiole in Chianti (Si)
  • Val delle Corti, Radda in Chianti (Si)
  • Caparsa, Radda in Chianti (Si)
  • Fattoria di Fèlsina, Castelnuovo Berardenga (Si)
  • Montevertine, Radda in Chianti (Si)
  • Poderi Sanguineto I e II, Montepulciano (Si)
  • Boscarelli, Montepulciano (Si)
  • Montenidoli, San Gimignano (Si)
  • Fattoria Rodano, Castellina in Chianti (Si)
  • Le Chiuse, Montalcino (Si)

GRANDI VINI (22)
  • Podere Il Carnasciale, Bucine (Ar) - Caberlot, 2009
  • Isole e Olena, Barberino Val d’Elsa (Fi) - Cepparello, 2009
  • Ca’ Marcanda, Castagneto Carducci (Li) - Magari, 2010
  • Tenuta San Guido, Bolgheri (Li) - Bolgheri Sassicaia, 2009
  • Castello di Bolgheri, Bolgheri (Li) - Bolgheri Sup. Castello di Bolgheri, 2009
  • Grattamacco, Castagneto Carducci (Li) - Bolgheri Sup. Grattamacco, 2009
  • Biondi Santi Tenuta Greppo, Montalcino (Si) - Brunello di Montalcino, 2007
  • Tenuta di Valgiano, Capannori (Lu) - Colline Lucchesi Tenuta di Valgiano, 2009
  • Pietroso, Montalcino (Si) - Brunello di Montalcino, 2007
  • Stella di Campalto, Montalcino (Si) - Brunello di Montalcino, 2007
  • Podere Salicutti, Montalcino (Si) - Brunello di Montalcino Piaggione, 2007
  • Col d’Orcia, Montalcino (Si) - Brunello di Montalcino Poggio al Vento Ris. 2004
  • Brunelli Le Chiuse di Sotto, Montalcino (Si) - Brunello di Montalcino Ris. 2006
  • Costanti, Montalcino (Si) - Brunello di Montalcino Ris. 2006
  • Fuligni, Montalcino (Si) - Brunello di Montalcino Ris. 2006
  • Il Paradiso di Manfredi, Montalcino (Si) - Brunello di Montalcino Ris. 2006
  • Poggio di Sotto, Montalcino (Si) - Brunello di Montalcino Ris. 2006
  • Le Ragnaie, Montalcino (Si) - Brunello di Montalcino VV, 2007
  • Rocca di Castagnoli, Gaiole in Chianti (Si) - Castello di San Sano Borro al Fumo, 2008
  • Fattoria di Fèlsina, Castelnuovo Berardenga (Si) - Fontalloro, 2009
  • Montevertine, Radda in Chianti (Si) - Le Pergole Torte, 2009
  • Boscarelli, Montepulciano (Si) - Nobile di Montepulciano Ris. 2007


Trentino
CHIOCCIOLE (8)
  • Pojer & Sandri, Faedo (Tn)
  • Giuseppe Fanti, Lavis (Tn)
  • Gino Pedrotti, Cavedine (Tn)
  • Eugenio Rosi, Volano (Tn)
  • Cesconi, Lavis (Tn)
  • Maso Furli, Lavis (Tn)
  • Francesco Poli, Vezzano (Tn)
  • Foradori, Mezzolombardo (Tn)

GRANDI VINI (3)
  • Giuseppe Fanti, Lavis (Tn) - Isidor, 2009
  • Tenuta San Leonardo, Avio (Tn) - San Leonardo, 2007
  • Ferrari, Trento - Trento Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, 2002


Umbria
CHIOCCIOLE (6)
  • Adanti, Bevagna (Pg)
  • Tabarrini, Montefalco (Pg)
  • Fattoria Colleallodole, Bevagna (Pg)
  • Antonelli San Marco, Montefalco (Pg)
  • Paolo Bea, Montefalco (Pg)
  • Palazzone, Orvieto (Tr)

GRANDI VINI (1)
  • Tabarrini, Montefalco (Pg) - Sagrantino di Montefalco Campo alla Cerqua, 2008


Valle d’Aosta
CHIOCCIOLE (2)
  • La Vrille, Verrayes (Ao)
  • Les Crêtes, Aymavilles (Ao)

GRANDI VINI (2)
  • Château Feuillet, Saint-Pierre (Ao) - Valle d’Aosta Petite Arvine, 2011
  • Anselmet, Villeneuve (Ao) - Valle d’Aosta Petite Arvine, 2011


Veneto
CHIOCCIOLE (15)
  • Ca’ Orologio, Baone (Pd)
  • Silvano Follador, Valdobbiadene (Tv)
  • Sorelle Bronca, Vidor (Tv)
  • Tessère, Noventa di Piave (Ve)
  • Vigneto Due Santi, Bassano del Grappa (Vi)
  • La Biancara, Gambellara (Vi)
  • Le Fraghe, Cavaion Veronese (Vr)
  • Monte dall'Ora, San Pietro in Cariano (Vr)
  • Leonildo Pieropan, Soave (Vr)
  • Prà, Monteforte d’Alpone (Vr)
  • Corte Sant'Alda, Mezzane di Sotto (Vr)
  • Casa Coste Piane, Valdobbiadene (Tv)
  • Villa Bellini, San Pietro in Cariano (Vr)
  • Monte dei Ragni, Fumane (Vr)
  • Fongaro, Roncà (Vr)

GRANDI VINI (11)
  • Il Filò Delle Vigne, Baone (Pd) - Colli Euganei Cabernet Borgo delle Casette Ris., 2008
  • Vignalta, Arquà Petrarca (Pd) - Colli Euganei Gemola, 2007
  • La Montecchia Conte Emo Capodilista, Selvazzano Dentro (Pd) - Colli Euganei Rosso Villa Capodilista, 2009
  • Trabucchi, Illasi (Vr) - Amarone della Valpolicella Cent’Anni Ris., 2004
  • Allegrini, Fumane (Vr) - Amarone della Valpolicella Cl., 2008
  • Giuseppe Quintarelli, Negrar (Vr) - Amarone della Valpolicella Cl., 2003
  • Corte Rugolin, Marano di Valpolicella (Vr) - Amarone della Valpolicella Cl. Monte Danieli, 2007
  • Fratelli Zeni, Bardolino (Vr) - Amarone della Valpolicella Cl. Vigne Alte, 2008
  • Villa Canestrari, Colognola ai Colli (Vr) - Amarone della Valpolicella Plenum, 2004
  • Tommaso Bussola, Negrar ( Vr) - Recioto della Valpolicella Cl., 2009
  • Leonildo Pieropan, Soave (Vr) - Soave Cl. Calvarino, 2010


Slow Wine 2013, Storie di vite, vigne, vini in Italia
Curatori: Giancarlo Gariglio, Fabio Giavedoni
Pagine: 1088
Prezzo: 24 Euro

 

sabato 6 ottobre 2012

Slow Wine 2013. Franciacorta il più premiato. Incoronati 7 metodo Classico

La guida Slow Wine 2013 comincia a svelare le sue eccellenze e ha svelato la classifica dei Metodo Classico più buoni d’Italia.

Per la categoria Grandi Vini ecco i vini segnalati:

•Franciacorta Brut Grandi Cru Collezione 2007 di Cavalleri
•Franciacorta Dosaggio Zero 2007 di Ca' del Bosco
•Franciacorta Pas Operé Grand Cuvée 2006 di Bellavista
•Metodo Classico Brut di Monsupello
•Trento Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2002 di Ferrari.

Per i Vini Slow, invece:

•Franciacorta Satén 2008 di Barone Pizzini
•Metodo Classico Grand Cuvée XXI Secolo 2007 - D'Araprì.

Dalle degustazioni in Franciacorta - oltre ai vini già segnalati con un riconoscimento - secondo i curatori della guida emergono su tutti il Franciacorta Brut 2007 di Ca’ del Bosco, il Franciacorta Pas Dosé 2008 di Ronco Calino, il Franciacorta Extra Brut Boschedor 2008 di Bosio, il Franciacorta Brut Ziliani C 2007 di Chiara Ziliani, il Franciacorta Brut Riserva dei Consoli 2004 di Villa Crespia e il Franciacorta Satén 2008 di Gatti.

Per quanto riguarda i Trentodoc invece, appena sotto al Giulio Ferrari, segnalati il Trento Brut Riserva Lunelli 2005 di Ferrari, il Trento Brut Tridentum Riserva 2005 di Cesarini Sforza, il Trento Brut Methius 2006 di Dorigati e il Trento Brut Riserva 2006 di Maso Martis. Nell’Oltrepò Pavese al Brut di Monsupello si possono aggiungere, un gradino più sotto, il Brut Classese 2006 della stessa Monsupello, l’O.P. Brut Vergomberra 2007 di Bruno Verdi e l’O.P. Brut Profilo 2000 di Picchioni.

In Alta Langa spiccano il Brut Bianc ‘d Bianc Cocchi 2006 e il Brut Totocorde Cocchi 2006 di dell'azienda storica Cocchi di proprietà della famiglia Bava, il Brut 2009 di Ettore Germano e il Brut Contessa Rosa 2008 di Fontanafredda.

Viste le principali zone spumantistiche nazionali segnalati alcuni Metodo Classico considerati decisamente buoni provenienti da altre regioni d’Italia, dove non è così radicata la produzione di “bollicine nobili”. Dall’Alto Adige l’A.A. Brut Ris. 2007 di Arunda e l’A.A. Pas Dosé 2008 di Haderburg; dal Friuli il Brut 2008 di Piè di Mont - Rizzi Roman; dal Veneto il Lessini Durello Pas Dosé Etichetta Verde 2009 di Fongaro, il Lessini Durello 36 Mesi di Marcato e il Piave Raboso Brut Redentor 2008 di Tessère. Dalle Marche il Verdicchio dei Castelli di Jesi Brut Ubaldo Rosi Ris. 2006 di Colonnara e infine dalla Sicilia l’Extra Brut Almerita 2007 di Tasca d’Almerita.

venerdì 7 settembre 2012

In Champagne vendemmia scarsa ma di ottima qualità

Come in Italia, la vendemmia dello Champagne in Francia sarà manuale, scarsa, di ottima qualità, ma con le malattie che fanno strage di viti. Diverso invece il volume d’affari, che sarà nettamente maggiore rispetto alle bollicine italiche. Ne dà informazione il “Bureau du Champagne”

Una vendemmia manuale, come in quasi tutta Italia, scarsa, come in Italia, di ottima qualità, ma con le malattie che fanno strage di viti, come in Italia, con rese per ettaro simili ai Docg italiani (vedi Asti e Moscato Docg). È il quadro della vendemmia nella Champagne. Che è identico a quella italiana. Tranne per il volume d’affari che sarà nettamente maggiore rispetti alle bollicine italiche. Ne dà informazione il “Bureau du Champagne” che rappresenta in Italia (uffici a Milano) il Comité interprofessionnel du vin de Champagne (Civc) che ha sede a Epernay e che riunisce tutte le maison e i viticoltori della Champagne. «La missione fondamentale del Bureau in Italia - dicono quelli del Bureau - si focalizza sulla protezione e la promozione della denominazione Champagne sul mercato italiano». Chissà se i consorzi ti tutela italiani hanno analoghi uffici a Parigi? Ma ecco il comunicato del Bureau: «Milano, 5 settembre 2012 - Il tempo soleggiato e secco che domina i 34mila ettari di vigneto della Champagne dall’inizio del mese di agosto favorisce una maturazione dell’uva in condizioni eccellenti. Lo stato sanitario dei grappoli è perfetto e il mantenimento di condizioni meteorologiche favorevoli permetterà una raccolta di ottima qualità. La vendemmia, che in Champagne è esclusivamente manuale e necessità del contributo di circa 120mila vendemmiatori, dovrebbe iniziare, secondo i cru, a metà settembre, salvo deroghe specifiche per le parcelle più precoci». «I vigneti della Champagne hanno tuttavia conosciuto sin dall’inizio dell’anno alcune avversità. Le gelate in aprile e in maggio hanno distrutto l’equivalente di 2.900 ettari. Temporali e grandine in giugno e luglio hanno successivamente danneggiato altri 1.000 ettari. Un tempo freddo e piovoso durante la fioritura ha portato alla formazione di uno scarso numero di grappoli con pochi acini. Infine, in Champagne come in altri vigneti francesi, la peronospora e l’oidio hanno colpito numerose parcelle. La vendemmia sarà quantitativamente tra le più ridotte degli ultimi vent’anni. Grappoli poco numerosi e un peso ridotto daranno una raccolta inferiore del 30% rispetto a quella del 2011». «Tenendo conto della situazione economica e delle previsioni dell’evoluzione delle spedizioni, il Comité Champagne ha fissato la resa disponibile a 11.000 kg/ettaro. Per i viticoltori che non raggiungeranno questa resa sarà possibile l’integrazione con la riserva qualitativa individuale. Questi vini, messi in riserva durante le precedenti raccolte, completeranno quelli della vendemmia 2012 al momento dell’assemblaggio che si svolgerà durante la prossima primavera secondo la tradizione champenoise».

venerdì 24 agosto 2012

Partita la vendemmia 2012



In Franciacorta, alcune zone di Puglia e Veneto e nella vicina Francia è partita la vendemmia 2012. Dai primissimi dati quantità in calo ma buona qualità................

mercoledì 30 maggio 2012

A Giugno torna ITALIA IN ROSA


Prende forma il cartellone di Italia in Rosa 2012: la grande vetrina dei rosé italiani (e non solo) si prepara a celebrare la sua quinta edizione dall’1 al 3 giugno (con la giornata di lunedì 4 dedicata esclusivamente agli operatori) nell’ormai consueta cornice di Moniga del Garda (Bs), sulla sponda bresciana del lago di Garda, nel cuore di quella Valtènesi che da quest’anno dà anche il nome alla nuova Doc del territorio.


«La rassegna rilancia allungando lo svolgimento da due a quattro giorni e rafforzando la sua connotazione internazionale», afferma il vicepresidente del Consorzio Valtènesi Mattia Vezzola. «L’obiettivo è quello di costruire una nuova cornice di visibilità per il nostro Valtènesi Chiaretto, nel segno di un’etica del confronto a tutto campo non solo con le migliori produzioni tipiche nazionali, ma anche con quelle francesi».

Rientra in quest’ottica la partecipazione alla manifestazione di François Millo, direttore generale del Civp (Conseil interprofessionnel des vins de Provence), principale protagonista della tradizionale tavola rotonda di Italia in Rosa, che quest’anno sarà dedicata al tema "Vini rosati nel mondo: un successo crescente e globale - Come passare dall'effetto moda alla fidelizzazione dei consumatori tramite le opportunità offerte dall'enoturismo". In programma nella sala congressi del Municipio di Moniga del Garda (Bs) domenica 3 alle 10, l’appuntamento vedrà anche la partecipazione di Sante Bonomo, presidente Consorzio Valtènesi-Garda Classico, Maurizio Gily, agronomo e giornalista, Paolo Rossi, presidente Federalberghi Lombardia, e Alberto Panont, direttore del centro di ricerca regionale Riccagioia, nel ruolo di moderatore.

«Sarà un’occasione per approfondire i numeri del mercato dei rosé nel mondo», spiega il presidente Sante Bonomo. «Soprattutto però l’idea è quella di mettere a confronto l’esperienza provenzale sull’enoturismo con le grandi potenzialità ancora inesplorate che questa importante opportunità di mercato potrebbe sviluppare in una terra a forte vocazione turistica come la Valtènesi, dove il Chiaretto, soprattutto dopo il varo della nuova Doc, continua a confermarsi come referenza di crescente successo».



sabato 28 aprile 2012

VINO, FRANCIACORTA: STOP ALL’USO DEL TERMINE BOLLICINE


Il presidente del Consorzio Maurizio Zanella: dicitura abusata, obsoleta e senza futuro



Erbusco, 27 aprile 2012 – Uno stop in piena regola a uno dei termini più utilizzati per indicare il Franciacorta, piuttosto che lo Champagne o gli spumanti in genere. L’appello viene dal Consorzio Franciacorta, che si rivolge soprattutto a chi comunica il vino, ma anche ad operatori, appassionati e produttori.

“Chiamiamo il vino con il proprio nome e non con termini che ne generalizzano e ne uniformano le peculiarità, appiattendone, di fatto, la qualità percepita – spiega Maurizio Zanella, Presidente del Consorzio Franciacorta -. ‘Bollicine’ è un termine obsoleto e senza futuro. Il tempo presente ci offre una nuova occasione per affermare i nostri vini di qualità, cominciando dal consolidare la cultura di base in materia e da un appropriato linguaggio”.

“E’ necessario – aggiunge Zanella - iniziare un nuovo percorso per valorizzare i grandi vini anche dal punto di vista ‘nominale’. Con impegno e passione il Franciacorta ha raggiunto il traguardo dei 50 anni; a questo punto, credo sia maturo per un passo successivo, importante per poter definitivamente trovare, a livello nazionale ed internazionale, un posizionamento coerente e rispondente all'eccellenza che esprime”.

“E che non si chiami più spumante – continua Zanella - per nessun motivo al mondo. L’ho già simpaticamente ricordato all’amico Franco Maria Ricci rispondendo ad un suo articolo apparso in marzo su ‘Bibenda 7’. La similitudine tra ‘spumante’ e Franciacorta è da bandire in qualsiasi citazione. Non per velleità o principio, ma per decreto ministeriale”.

Nel dettaglio, si fa riferimento al disciplinare di produzione del Franciacorta, approvato per decreto ministeriale (Mipaaf) e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana in prima istanza il 24 ottobre 1995 – serie generale 249, art. 7 e poi, a seguito di modifiche ulteriormente restrittive, il 23 ottobre 2010 – serie generale 249, art. 7, che recita: “per identificare tutti i Franciacorta, è vietato specificare il metodo di elaborazione, metodo classico, metodo tradizionale, metodo della rifermentazione in bottiglia e utilizzare i termini vino spumante”.

“Oggi il Franciacorta, come anche altri vini di qualità, esige più rispetto, eleganza, identità, che il termine bollicine, ormai, non è in grado di dare – conclude il presidente Zanella. Franciacorta, Champagne e Cava: in Europa, solo questi 3 vini possono utilizzare un unico termine per identificare in modo preciso un vino, un territorio e il metodo di produzione. Ecco l’identità di cui parlo. Chiamiamo il vino con il proprio nome e quindi: Spumanti, i vini senza Denominazione specifica; Franciacorta, il Franciacorta”.

Fonte: Ufficio Stampa







venerdì 6 aprile 2012

FRANCIACORTA e SLOW FOOD. Alleanza per la Qualità

                                                         



Erbusco (BS), 5 aprile 2012 – “Inizia con un primo grande successo l’alleanza tra Franciacorta http://www.franciacorta.net/  e Slow Food Italia http://www.slowfood.it/.

L’eccellenza del Made in Italy trova nuova conferma ed espressione nell’accordo siglato tra le nostre due realtà per il 2012, che ci ha visti insieme nel primo incontro dell’Alleanza tra i cuochi e produttori dei Presìdi Slow Food e che ci porterà durante l’anno ad essere presenti nelle più significative manifestazioni dedicate al cibo e all’agroalimentare di qualità”.

Con queste parole Maurizio Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta, annuncia la partnership che, per il 2012, vedrà Franciacorta a fianco di Slow Food Italia nei principali eventi quali il Salone del Gusto e durante iniziative studiate ad hoc, come le ‘Cene dell’Alleanza’, nei quali ‘buon gusto’ e tipicità saranno protagonisti esclusivi in diverse tra le più significative realtà enogastronomiche italiane.

Durante il primo incontro dell’Alleanza, tenutosi dal 2 al 3 aprile all’azienda agricola di Alberese, sede toscana della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, i cuochi dell’Alleanza e i produttori dei Presìdi Slow Food si sono confrontati sui temi che riguardano il loro quotidiano: dai canali distributivi alle modalità di approvvigionamento, dal ruolo delle ristorazione per lo sviluppo dell’agricoltura di prossimità alla valorizzazione della biodiversità che ci circonda. Uno scambio trasversale di esperienze tra gli oltre 300 cuochi e produttori riuniti nello storico Granaio Lorenese, che si è svolto in un'atmosfera di grande entusiasmo e convivialità, arricchita dalla presenza del Franciacorta, che accompagna dal suo inizio, tre anni fa, il progetto di Slow Food.

lunedì 2 aprile 2012

Campo alla Sughera e "Bolgheri +" . Un Vinitaly con qualcosa in più

Un Vinitaly unico per Campo alla Sughera, che al suo nono anno alla fiera veronese ha presentato “Bolgheri+” che è il punto d’incontro tra il mondo del food, quello del vino e quello della moda. Un'azienda sempre al passo coi tempi che ancora una volta si è mostrata ricca d'iniziative


Il legame autentico con la Costa Toscana, questo contraddistingue Campo alla Sughera. Proprio questo amore per il territorio li sta portando anno dopo anno a Vinitaly, occasione unica per far scoprire i propri prodotti. La continua ricerca delle tecnologie moderne migliori rende i vini di qualtà superiore, e non solo.

Campo alla Sughera offre infatti anche una propria grappa e un proprio olio, altro prodotto tipico Toscano, come conferma Rita Tonini (nella foto), responsabile commerciale dell'azienda: «Pochi visitatori generici e molti operatori per questa edizione di Vinitaly, grazie alla nuova collocazione temporale. Peccato solo per i tanti disguidi tecnici che si sono verificati in fiera, mai a questo livello prima d’ora. Quanto alla nostra azienda, Bolgheri è una zona molto importante per la produzione di vini, dal bianco al rosso, oltre che di olio».

E dice anche: «Quest’anno abbiamo presentato in occasione di Vinitaly il nuovo brand “Bolgheri+” che rappresenta il punto d’incontro tra il mondo del food, quello del vino e quello della moda. Importante è stata la collaborazione con i cuochi della Scuola internazionale di cucina Apicius, che durante i giorni della fiera hanno offerto una degustazione di piatti abbinati ai nostri vini, utilizzati anche nella preparazione dei piatti stessi. Campo alla Sughera nasce nel 1998 e partecipa a Vinitaly a partire dal 2004. Perciò alla prossima edizione festeggeremo i primi 10 anni di partecipazione alla kermesse veronese».

L'azienda è inoltre costantemente coinvolta nelle iniziative culturali e gastronomiche della zona, come ad esempio "Castagneto a tavola"; nei giorni 14 e 15 aprile aprirà infatti le proprie cantine al pubblico.



Azienda vinicola Campo alla Sughera

località Caccia al Piano, 280 - 57022 Bolgheri-Castagneto Carducci (Li)

Tel 0565 766936 - Fax 0565 766938

info@campoallasughera.com

venerdì 30 marzo 2012

Calato il sipario sul Vinitaly 2012.

La nuova formula su 4 giorni, dalla domenica al mercoledì, si è dimostrata vincente e la presenza tra gli stand, anche degli operatori esteri, si è fatta sentire per un totale di oltre 140mila visitatori da 120 Paesi. La loro percentuale è infatti cresciuta, arrivando al 35% del totale


Al netto del disastro per i servizi telefonici e i parcheggi, Vinitaly ha vinto la sua scommessa e incassa la soddisfazione degli espositori e un numero di visitatori professionali in crescita dall’estero e soprattutto dal canale Horeca italiano. Questi ultimi sono giunti in grande numero già nella giornata di lunedì e molto forte è stata la partecipazione di ristoratori, titolari di enoteche e wine bar provenienti dal Sud Italia. La nuova formula su 4 giorni, dalla domenica al mercoledì, si è dimostrata vincente e la presenza tra gli stand anche degli operatori esteri si è fatta sentire «con un grande ritorno di Stati Uniti e Canada - dice Ettore Riello, presidente di Veronafiere - oltre che da tutti i Paesi consumatori emergenti asiatici con la Cina che entra nella nostra top 10, dalla Russia, dal Nord Europa, dalla Francia, ma anche massicciamente dalla Germania per un totale di oltre 140mila visitatori da 120 Paesi. La percentuale di quelli esteri è cresciuta arrivando al 35% del totale». Un successo che, però, non è stato uguale dal punto di vista organizzativo con una moltitudine di disservizi, dalle navette non funzionante al “black out” della tecnologia.

«Un successo nato da un grande lavoro che ha visto con Opera Wine uno straordinario tributo al vino italiano decretato da Wine Spectator e per la prima volta Vinitaly dedicare con Vivit un salone ai vini naturali. Alla fine siamo riusciti a centrare l’obiettivo di aumentare sensibilmente le presenze specializzate in particolare del canale horeca sia italiane che estere. Penso che sia in assoluto una delle migliori edizioni di Vinitaly» dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.

«È stato il Vintaly dell’export», afferma Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini. «Siamo tutti molto soddisfatti della nuova formula di Vinitaly - dichiara Lucio Mastroberardino, presidente dell’Unione Italiana Vini - che ha innalzato ulteriormente la qualità del pubblico. Quanto ai buyer e operatori esteri, l’impressione è di un ulteriore scatto, con una presenza ampia, diffusa e di ottima qualità».

«Il bilancio è positivo - dice Domenico Zonin - con una buona affluenza fin dalla domenica», mentre per Piero Antinori «questo Vinitaly ha avuto una presenza quantitativa, ma soprattutto qualitativa ed è questo che ci interessa».

«Il più grande Vinitaly di sempre» per Andrea Sartori e per Mauro Lunelli di Ferrari «lo spostamento dei giorni si è dimostrato adatto agli operatori». «Un cambio geniale - lo definisce Michele Chiarlo - con una straordinaria presenza di americani, russi, asiatici, ma anche sudamericani».

«È una formula che funziona - conferma Valentina Argiolas - con molti operatori dall’Asia e il ritorno dell’India, ma anche la vecchia Europa ha dimostrato una partecipazione grintosa». «Abbiamo avuto moltissime presenze qualificate e diversificate da Cina, Hong Kong, Taiwan, Corea, India, Sudamerica, Stati Uniti» dice José Rallo di Donnafugata, «ma anche dall’Italia - dice Anna Abbona di Marchesi di Barolo - con molti rappresentanti del segmento horeca dalle regioni del sud».

Proprio sul canale Horeca Vinitaly aveva puntato ripensando la sua formula e la loro crescita tra gli stand di Vinitaly fa ben sperare per la ripresa del mercato interno perché, ome sostiene Chiarlo «ci serve anche il contatto con chi propone i nostri vini al consumatore finale». «Un bellissimo Vinitaly, con tanti contatti fin dalla domenica e giorno clou il lunedì» anche per Donatella Cinelli Colombini, vincitrice quest’anno del Premio internazionale Vinitaly.

Successo per Vivit, il nuovo salone dedicato ai vini naturali. «Le aspettative dei produttori partecipanti sono state confermate - dice Helena Variara della Colombaia - con molta affluenza anche di giornalisti, ristoratori e di pubblico, tutti molto interessati». «Sono stato a Vivit - racconta Antinori - e sono rimasto impressionato dal grande interesse di pubblico, segno evidente della sensibilità dei consumatori».

Vinitaly non è solo vini e anche il Grappa & C. Tasting, il banco d'assaggio dedicato a grappe, amari, liquori realizzato in collaborazione con il Centro studi assaggiatori ha fatto registrare un grande successo, con 5.500 assaggi. Importante la conferma dei media presenti da oltre 45 Paesi (Usa, Germania, Russia in testa), con oltre 2.500 giornalisti accreditati in rappresentanza di oltre 170 radio e tv, 105 quotidiani e 110 testate online.

giovedì 1 marzo 2012

Un successo per Benvenuto Brunello. Annata 2011 da 4 stelle

L’edizione 2012 di Benvenuto Brunello, la 20ª, conclusasi a Montalcino (Si) il 27 febbraio è stata un grande successo e ha visto assegnare le 4 stelle alla vendemmia 2011. Presenti 250 giornalisti accreditati, di cui un centinaio stranieri. 30 i Paesi esteri rappresentati e 4.500 gli operatori nei giorni di domenica 26 e lunedì 27. Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Hong Kong, Olanda, Polonia, Rep. Ceca, Russia, Svezia e Usa sono solo alcuni dei Paesi di provenienza degli operatori.


Protagonisti dell’edizione 2012 sono stati il Brunello di Montalcino 2007, la Riserva 2006 e il Rosso di Montalcino 2010, tutte vendemmie premiate con le 5 stelle, cioè il massimo del punteggio ottenuto dalla commissione che ogni anno valuta la bontà della vendemmia. Durante la manifestazione sono state assegnate quattro stelle alla vendemmia 2011.

La raccolta anticipata ha regalato quattro stelle al Brunello di Montalcino 2011. Tante infatti ne sono state assegnate dalla giuria di esperti e produttori nell’ambito di Benvenuto Brunello hanno annunciato pubblicamente il loro responso sulla qualità della vendemmia. La decisone di raccogliere le uve 15 giorni prima del previsto ha bilanciato gli effetti dell’ondata di caldo che questa estate aveva colpito il territorio toscano, restituendo anche per il 2011 una vendemmi di alto livello qualitativo. Ora bisognerà aspettare i 5 anni previsti dal disciplinare (6 per la Riserva) per assaggiare il Brunello 2011 e avere la conferma della bontà e qualità del vino che, potenzialmente, una raccolta a 4 stelle dovrebbe consentire. Il resto sarà garantito dalle capacità di ciascun produttore.

Disegno d’autore per quanto riguarda la formella della vendemmia 2011 apposta, come è ormai tradizione, sul muro esterno del Palazzo Pubblico di Montalcino: l’immagine è stata realizzata quest’anno dagli stilisti della “Salvatore Ferragamo”, griffe dell’alta moda di fama internazionale. La piastrella rappresenta un’originale composizione floreale in cui le foglie di vite, i pampini e i grappoli fanno da sfondo a un bicchiere e una bottiglia di vino, che prendono forma da delicati fiori bianchi e rosa. Giovanna Gentile Ferragamo, figlia di Salvatore, ha presentato il disegno realizzato per la piastrella e riportato sulle t-shirt che sono state vendute per acquistare un’ambulanza per la Confraternita della Misericordia di Montalcino.

Durante la manifestazione con i Leccio d'oro 2012 sono stati premiati i locali che si sono distinti nella diffusione della cultura del Brunello. Ad aggiudicarsi il premio quest’anno sono stati il Gaia restaurant di Hong Kong per la categoria ristoranti, il Biondivino wine boutique di San Francisco (Usa) per la categoria enoteche e l’Antica trattoria Suban di Trieste per la categoria osterie.

La giuria che ha scelto i locali è composta, come di consueto, dal Presidente del Consorzio Ezio Rivella e dai componenti del Comitato di presidenza Donatella Cinelli Colombini, Marco Cortonesi, Giancarlo Pacenti e Fabrizio Bindocci, e dagli esperti Allan Bay, illustre giornalista nel settore enogastronomico e collaboratore del Corriere della Sera per cui cura la rubriche "Vivi Milano"; l’enogastronoma e scrittrice di libri sul cibo per il mercato Usa Faith Willinger; il presidente dell’Associazione italiana sommelier (Ais) Antonello Maietta e il presidente del Gruppo del Gusto della Stampa Estera in Italia Alfredo Tesio.

mercoledì 8 febbraio 2012

Torna Terre di Toscana, alla sua quinta edizione.


La tradizione vitivinicola toscana protagonista l’11 e il 12 Marzo.


Sono gli ambienti dell’Una Hotel di Lido di Camaiore, nel cuore della Versilia, ad essere stati scelti per la quinta edizione di Terre di Toscana che si terrà l’11 e il 12 Marzo. Ormai considerato un evento rilevante nell’ambito del settore vitivinicolo, Terre di Toscana è la più importante degustazione aperta al pubblico interamente dedicata ai vini di questa regione, riunendo circa 120 tra le migliori cantine locali impegnate ad esprimere attraverso i loro prodotti la cura del lavoro svolto in vigna e in cantina, nonché la filosofia che sta dietro ad ogni processo produttivo.
Le oltre 500 etichette in assaggio rappresenteranno i vitigni più apprezzati come il Chianti Classico, il Montalcino e il Montepulciano, quelli dei territori emergenti della Val d’Orcia e di Montecucco e alcune curiosità enologiche della Garfagnana e del Mugello, tutto accompagnato da seminari e degustazioni. Terre di Toscana deve il suo successo soprattutto per l’ampio e dettagliato quadro che offre delle annate in commercio di questa regione in previsione di Vinitaly e della stagione turistica molto impegnativa per il litorale toscano.
Per maggiori informazioni http://www.acquabuona.it/

martedì 3 gennaio 2012

Export in crescita per le "Bollicine". Bicchiere mezzo pieno per l'Italia

Nonostante la crisi è stato un Capodanno... con il botto! Sono state infatti 55 milioni le bottiglie di spumanti italiani stappate per San Silvestro, circa un terzo del totale dei consumi registrati nel 2011 in Italia. Queste le stime di Giampietro Comolli, direttore di Ovse.org, sito dell'Osservatorio economico dei vini effervescenti. «Troppi numeri a sproposito sono stati annunciati a fine anno sugli spumanti italiani - dichiara Comolli - ancora affermazioni senza senso e grande confusione degli opinionisti e blogger fra dati produttivi, dati delle spedizioni e bottiglie realmente consumate. Finiamola con paragoni senza senso, l’Italia è per il secondo anno consecutivo leader dell’esportazione. Le bollicine italiane sono in assoluto diverse da tutte le altre al mondo: una leadership di tipologia e qualità che deve essere mantenuta e migliorata. Ovse modifica più volte i dati. I consumi non coincidono mai con la produzione e il dato finale dipende da metodo di indagine e analitico, da calcoli statistici, da una continuità dei controlli e conoscenza dei mercati. Anche i parametri cambiano da fonte a fonte. Da quest’anno Ovse si avvale delle propria rete di esperti sparsi in 48 Paesi. In sintesi il 2011 si caratterizza per una grande discontinuità anche nei prezzi nell’arco dell’anno soprattutto all’estero, per concentrazione degli atti d’acquisto all’ultimo momento, per confezioni più limitate, per quasi totale fedeltà alle bottiglie di alto livello e per grande infedeltà alle etichette di primo prezzo, per una conferma dei consumi domestici e acquisti autonomi, per uno sviluppo delle vendite nella Gdo dei Paesi esteri».

Gli italiani hanno comunque consumato 150 milioni di bottiglie, con un calo dell'1% nei volumi sul 2010 e con un prezzo medio inferiore del 3% su base annua. Il valore "sottotono" del vino italiano riguarda soprattutto il prodotto sfuso, ancora a prezzi all'origine rivolti ai mercati esteri decisamente bassi, fra 1,30 e 1,50 euro al litro. E questo deprezza enormemente tutto il valore del comparto, anche se i volumi dei vini sfusi esportati risultano e saranno a fine anno in calo, spostando le vendite verso il confezionato. Verso i mercati esteri le spedizioni di bottiglie di vino tranquillo sono state in calo, mentre il valore medio di una bottiglia italiana alla dogana è cresciuto del 9% rispetto al primo semestre del 2010.

Ancora rosee le previsioni e le stime per gli anni 2011 e 2012 per i vini spumanti italiani all’estero, con le diversità solite tra paese tradizionalmente consumatore e paesi neofiti: nei primi la situazione si presenta in leggera crescita, con qualche picco intorno al 10%, soprattutto per marchi e denominazioni note e riconosciute, mentre nei secondi mercati vince il nome e il marchio “generico”, con prezzi decisamente più bassi, ma con incrementi di media intorno al (20-25%).

«Il mercato mondiale - sostiene Comolli - riconosce una qualità e un valore più alto del passato per gli spumanti italiani. L’Italia è nelle condizioni e deve assumere il ruolo di competenza per storia, per tradizione e per cultura enoica di leadership dei gusti e delle tipologie dei vini. Il marchio made in Italy a tavola funziona, le bollicine aiutano a promuovere il marchio d’origine nazionale e la leva del prezzo aiuta, oltre alla reperibilità e all’aumento dei punti vendita, a tipologie più in linea con i gusti internazionali e per il fatto che gli spumanti italiani sono di più immediato approccio, moderni, abbinabili ad ogni momento e occasione della giornata. La piacevolezza e morbida freschezza sta vincendo in tutti i mercati. In frenata la destagionalizzazione, si riscontra più discontinuità nei consumi, meno fedeltà alla marca in generale, riduzione del range e concentrazione dei prezzi di prima fascia e maggiore divario di prezzo allo scaffale fra etichette di alto livello, tengono i volumi delle etichette di alto livello a scapito di un prezzo al consumo più contenuto del 15% rispetto a tre anni fa, più concentrazione o meno diluizione nel tempo degli atti di acquisto. In Italia si registra una riduzione di valori, con un prezzo medio inferiore del 3% rispetto al 2010».

Al di là di casi eclatanti, come Cina e India, dove i numeri di partenza sono bassi, la scalata per volumi e valori ha registrato a fine 2011 un +21% circa dei volumi e un +22,5% dei valori (alcuni partendo da valori bassi). Buone performance di consumi si sono registrate con certezza per Asti Docg, Brachetto d'Acqui Docg, Prosecco Docg. A fine anno il più gettonato in Italia e all'estero è stato il Prosecco Doc Treviso per il Metodo Italiano e il Franciacorta e l’Altalanga fra il metodo classico italiano. Nel 2011 (e anche 2012) si è registrato un forte balzo in avanti di richieste di vini spumanti di Lambrusco (sia rosato che rosso e metodo italiano) sui mercati dell'Est Europa.

E proprio dall’estero ecco altri dati incoraggianti per le bollicine italiane: nel 2011 sono state spedite e consumate 250milioni bottiglie (+10% in quantità e +8% in valore rispetto al 2010), principalmente concentrate fra Asti-Moscato (+9% in volumi e +4% in valore) e Prosecco Docg-Doc (+11% in volumi e +16% in valore al consumo rispetto al 2010). Una produzione lorda vendibile all'origine di 690milioni di euro che arriva a quasi 1,5 miliardi come fatturato al consumo. L'Italia è il primo paese esportatore al mondo per volumi per il secondo anno consecutivo. In Germania si consumano 41 milioni di bottiglie, di cui 8 milioni di Prosecco docg e 17 milioni di Asti docg. In Usa si stappano 30 milioni di bottiglie, di cui 11 milioni di Asti. In Russia 29 milioni di cui 9 milioni di Asti e Prosecco a testa, e oltre 10 di spumanti generici. Austria Svizzera e Giappone insieme consumano altre 18 milioni di bottiglie tricolori, circa il 50% di Prosecco Docg-Doc. Tornando ai consumi in Italia, ancora in crescita le tipologie brut (secco) ed extra dry (aromatico), con oltre il 70% dei brindisi, mentre sono in calo le richieste di rosé. E per il 2012 Ovse.org prevede ancora una diminuzione dei consumi in Italia, sia nei volumi che nei valori, mentre proseguirà la corsa lanciata sui mercati esteri.

Le “imitazioni all’estero” sono un danno, ma anche un segnale che il vino spumante italiano è trendy. Anche a livello nazionale la diffusa e uniformata richiesta al bar “mi dia un prosecco” (usata spesso anche per altre bollicine nazionali e straniere!) fa capire quanto la denominazione di origine sia diventata sinonimo di un bere, di una tipologia, di una richiesta. Nel 2010 sono state stappate in totale 205 milioni di bottiglie, nel 2011 si è raggiunto il traguardo di 225 milioni. Nel 2012 se ne prevedono 250 milioni e nel 2013 280, con i primi nuovi impianti (quelli messi a dimora nel 2008-2010 per circa 16mila ettari) che entrano in produzione per superare, nel giro di due anni, i 300 milioni di bottiglie, di cui circa 80 milioni saranno di Docg.

Come il mercato mondiale sarà in grado di assorbire i nuovi volumi? Un dibattito aperto e urgente è quello del valore fra uva Docg e uva Doc, fra bottiglia Docg e bottiglia Doc, che risulta essere oggi poco evidente e chiaro, non motivato presso il consumatore e rivenditore, non conosciuto. In questo la tutela è l’unica strada da percorrere, compreso vigilanza, registrazione dei nomi, sviluppo pubblicitario sui media più forti, tv nazionali ed estere. Occorrono testimonial, ambascerie all’estero, biglietti da visita, personaggi che frequentano il mondo delle bollicine da decenni, capacità di creare procedure di controllo nei punti vendita , strumenti consortili più orientati e abituati al mercato commerciale e al marketing forte, di impatto, selettivo, eclatante.

Sul mercato nazionale la Franciacorta non è cresciuto come negli ultimi anni, così pure il TrentoDoc. Invece l’Altalanga, partendo da numeri bassi, ha fatto un ottimo salto in avanti, come pure l’Asti Docg sui mercati esteri. Il metodo Classico italiano all’estero continua e continuerà ad avere difficoltà di crescita, ad eccezione che nell’area balcanica e caspica. Mentre molti spazi aperti ci sono in Italia nelle regioni meridionali, ancora da sfruttare, con nuove strategie di marketing sul consumatore finale. Sui mercati esteri il vino frizzante italiano funziona e il 2011 ha consacrato numeri di tutto rispetto: su 800 milioni di pezzi confezionati, oltre 300 milioni prendono la strada dell’export. Lambrusco, Malvasia, Moscato, Trebbiano, Pinot, Verdicchio e Soave sono sempre più richiesti. Per il Lambrusco Doc frizzante, il 2010 ha rappresentato un vero exploit con un +90% di export. Il prezzo medio alla dogana di una bottiglia di frizzante varia dai 2,98 euro dei Dop ai 1,70 euro dei frizzanti generici, per un fatturato stimato in circa 800 milioni di euro. Spumanti e vini frizzanti stanno funzionando sul mercato e l'allarme lanciato dagli esperti è di non svilire l'immagine delle bollicine con proposte de alcolizzate tratte dalle stesse uve del Moscato, Prosecco e Lambrusco.